Vincent Fantauzzo, artista australiano noto in tutto il mondo per i suoi ritratti, afferma di non aver preso in mano un pennello fino all’età di 21 anni. Negli ultimi anni Fantauzzo, quattro volte vincitore del premio australiano Archibald Prize People’s Choice, ha finalmente ottenuto il riconoscimento mondiale per le sue opere.
Vincent Fantauzzo è nato in Inghilterra nel 1977 e ha trascorso i suoi primissimi anni a Manchester. La sua famiglia è emigrata in Australia quando era un bambino.
La lotta infinita per tenere il passo a scuola l’ha portato a comportamenti di rifiuto tali che è stato espulso a 13 anni, prima che gli venisse diagnosticata la dislessia. “Cercavo qualcosa che mi desse fiducia, e quello in cui ero bravo era essere il pagliaccio della classe e mettermi nei guai”. Vincent è cresciuto in un quartiere difficile dove bisognava lottare per tirare avanti e ha dovuto passare da un lavoro all’altro per sopravvivere, senza mai smettere di disegnare.
Il giovane Fantauzzo, dopo alcuni anni di guai con la giustizia, ha scoperto l’arte e la possibilità di esprimersi attraverso i ritratti. Quando ha deciso di andare al college per una laurea in Belle Arti e Pittura, aveva ancora enormi difficoltà di lettura.
A questo punto della sua vita si è reso conto che l’accademia tradizionale non avrebbe mai rispecchiato i suoi punti di forza, così è riuscito a sviluppare delle buone capacità comunicative per presentare le sue originali idee visive e creative.
L’artista è stato diagnosticato dislessico solo all’università e saperlo gli ha dato un senso di sollievo. “Il mondo dell’arte mi affascina, perché è il nucleo della comunità. Gli artisti sono davvero rispettati. Unisce le persone e i bambini vogliono essere artisti. Mi piacerebbe che accadesse nella cultura occidentale. Mi piacerebbe che le persone crescessero e continuassero ad essere creative anche se non è il loro lavoro”.
Nel 2015 Vincent Fantauzzo ha dedicato gran parte delle sue energie alla pittura e al lavoro en plein air. Diversi viaggi nell’Australia centrale hanno acceso il suo entusiasmo per la pittura di paesaggio, interessandosi all’arte degli aborigeni australiani e decidendo di imparare da questa popolazione abbandonata a se stessa e misconosciuta.
“Questi artisti non vanno alla scuola d’arte. Stanno semplicemente seduti sul pavimento, scelgono i loro colori e raccontano la loro storia. Nella loro cultura ognuno ha il diritto di essere un artista e raccontare la propria storia e fare arte. E non si giudicano a vicenda come facciamo noi.
La mia grande passione è rendere l’arte accessibile alla gente comune”.