Un altro brano tratto dal libro Le parole scappate, nel quale l'autrice si mette nei panni di un bambino dislessico e scrive:
Da quando tutti sanno che le parole mi volano via non è meglio di prima.
Cioè, da un certo punto di vista sì perchè le maestre mi stressano meno, ma sono…
Tararì tararera di Emanuela Bussolati, è un divertentissimo libro per bambini da 0 a 6 anni. Premiato come Miglior Libro 0/6 anni all’interno del Premio Andersen.
È scritto, per l’appunto, in una lingua inventata, nata dal lungo ascolto dell’universo dei bambini. Ecco un modo per coinvolgere con una voce narrante partecipe e allegra, un modo diverso di far amare i libri ai bambini piccoli.
Come ci spiega l'autrice nel Blog Terre di mezzo:
Mi sono resa conto in questi anni che la tecnica di lettura toglie spesso all'apprendista lettore il gusto di leggere. E su questo ormai si è discusso parecchio. Come sulla necessità di dare libri ai bambini ancora in età precoce.
Guardate questo originalissimo video fatto da un giovane dislessico: a modo suo ci spiega come si è sentito a scuola e il rapporto con i suoi compagni, la voglia di dimostrare la sua intelligenza e il saper fare oltre il saper leggere e scrivere.
Le parole possono apparire, scomparire e anche scappare, come nell'ispirato libro dell'artista e illustratrice per bambini Arianna Palpini.
I protagonisti del suo Le parole scappate sono un bambino dislessico e la sua nonna, malata di Alzheimer. Ognuno chiuso in suo mondo di vissuti dolorosi in cui le parole, attraverso la delicatissima storia, sono alla ricerca di un loro significato profondo.
Un libro che parte da una storia vera, come si capisce dalla dedica in prima pagina. Un racconto a due voci, differenziate nel testo con due colori diversi: il nero per la nonna, il blù per il bambino. Un finale che porta verso una strada comune...
Qualche giorno fa mamma Catia aveva affrontato nel suo blog A scuola con Matilde l'argomento della comunicazione della diagnosi di dislessia ai bambini. Nella Guida alla dislessia per i genitori, pubblicato dall'AID, viene trattato anche questo argomento. Fra tutti i consigli che vengono dati (e che Catia riporta), ne cito alcuni che mi sembrano particolarmente "critici".
- Spiegategli che questo non è colpa sua, nè dei genitori o della scuola. E’ qualcosa che succede senza motivo, come avere i capelli di un determinato colore, o gli occhi azzurri.
Ho ritrovato una poesia che ho ascoltato tanti anni fa, direttamente attraverso la sua autrice, la mamma Ornella Bergadano. La ritrovo oggi, dopo tanto tempo (è stata messa anche nel foglietto illustrativo dell'AID) e voglio farvela conoscere: