Purtroppo sono ancora molti i ragazzi dislessici che nella Scuola Secondaria, nonostante un forte impegno nello studio, vivono un forte disagio perchè gli insegnanti giungono a conclusioni errate circa le loro capacità.
Spesso, all'ingresso nella Scuola Secondaria viene riscontrato un miglioramento nelle capacità di lettura, ma a questo non si associano altrettanti…
Adattare l’insegnamento della lingua per la presenza di dislessici in classe non significa limitare i contenuti ma piuttosto utilizzare strategie diverse che, pur mirate al soddisfacimento delle esigenze degli studenti linguisticamente più deboli, potenziano le abilità di tutto il gruppo classe.
Per procedere alla identificazione delle strategie più efficaci è necessario tenere presente che molti studenti potenzialmente dislessici non sono diagnosticati ma semplicemente etichettati come distratti, pigri o svogliati e che questo disordine si manifesta in alunni con un grado di intelligenza spesso superiore alla norma in aree diverse da quella linguistica. Va ricordato che le differenze tra una persona dislessica ed una non dislessica si manifestano principalmente nell’apprendimento dell’abilità della lettura e della scrittura e che tali differenze non sono particolarmente visibili; infine l’invisibilità del problema può essere acuita dalle caratteristiche fonologiche dell’italiano.
Considerando la situazione nel nostro paese, è molto importante leggere e valutare i diversi suggerimenti dei ricercatori di altri paesi, in particolare di lingua inglese, ed adattare tali idee alle concrete e diverse necessità degli studenti che incontriamo nella realtà delle nostre classi. Ricordiamo che, ad esempio, nei paesi di lingua inglese l’incidenza di dislessici è di quasi il venti per cento della popolazione e le difficoltà che gli studenti anglofoni incontrano già nella lingua madre sono marcate.
Trovo molto interessante questa intervista ad Andrea Lupparelli, insegnante nella scuola primaria, che da anni è insegnante d’aula e tutor on-line nei Corsi PuntoEdu e counselor dei percorsi ForTic (Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle Tecnologie dell’Infromazione e della Comunicazione ).
Secondo la sua esperienza di insegnante, quale può essere il ruolo di internet nella vita dei bambini? In che modo possono trarre vantaggio da questo mezzo, anche a livello didattico?
La domanda potrebbe essere posta anche in questi termini: per quale ragione un insegnante dovrebbe fare a meno di utilizzare Internet quale supporto nelle attività scolastiche? Un insegnamento efficace richiede che si attui la più ampia diversificazione di strategie didattiche: in questo senso Internet viene a costituire una risorsa da cui non avrebbe senso prescindere. Non si tratta tanto della disponibilità pressoché illimitata di materiali informativi quanto della circostanza che il bambino coinvolto nella ricerca e selezione delle informazioni in Rete diviene effettivamente protagonista della propria esperienza di apprendimento. Ma le opportunità offerte da Internet a livello didattico non si esauriscono nel Web.
Perché funzioni davvero il computer a scuola bisogna essere consapevoli che esso ha indicazione specifica nel caso dei DSA.
Le caratteristiche del computer (ottimo applicatore di regole) coincidono con le maggiori difficoltà dei dislessici (incapacità di applicare con costanza le regole).
Risulta importante risolvere il dubbio che l’adozione del computer faccia perdere la pur scarsa abilità…
Steiner individua principalmente tre fasi, corrispondenti ai primi tre settenni, in cui di vitale importanza è l'azione educativa della famiglia e della scuola.
Nel primo settennio, il bambino conquista tre principali facoltà: la posizione eretta e la capacità di camminare, l'uso della parola, la possibilità di dire "io" a se stesso: si impadronisce delle sue…