Creare confusione nelle famiglie dei bambini dislessici sembra essere una caratteristica di alcuni "specialisti" italiani che, pur di uscire alla ribalta, diffondono notizie, non solo prive di supporto scientifico, ma che non aiutano a comprendere realmente e meglio il fenomeno DSA.
Per occuparsi di dislessia occorre ben altro che delle ipotesi!
Il modello della scuola finlandese è noto per la sua attenzione allo sviluppo dell'autonomia dei ragazzi, attraverso attività manuali e nuove tecnologie.
La Finlandia non si è fermata: quest'anno è stato ultimato il progetto InnoSchool che si è posto l’obiettivo di definire non un modello, ma un concept innovativo aperto e flessibile che contenga gli elementi chiave in grado di guidare verso la scuola del 21° secolo. Ce lo spiega M. Grazia Mura in questo articolo su Indire:
Un nuovo libro scritto da una mamma di un ragazzo dislessico: Ho mal di scuola! di Anna Di Lauro. Lo consiglio a tutti quei genitori e insegnanti che sono alla ricerca di un libro che li aiuti a capire da dove cominciare. Una testimonianza che parte dall'inizio della vita di G., fino ad arrivare ad oggi. G. è ora un adolescente e se la cava da solo, ma la battaglia con la scuola è stata dura. Ciò che fa la differenza è che questo ragazzo e la sua famiglia hanno trovato delle persone che li hanno supportati e aiutati.
Oggi voglio condividere con voi parte di un intervento del Professore Giacomo Stella dal titolo Il Ritmo della Classe.
Una guida gratuita (e aggiornata) da scaricare, sui metodi compensativi e dispensativi, realizzata da Filippo Barbera, con la prefazione del Prof. Cornoldi.
Per scaricare "Con-Pensare i DSA" ciccate qui.
Ancora un altro stimolo interessante viene dall'amica Jessica di Baby Talk: L'ambiente ideale per imparare. Per valutare se gli allievi sono davvero interessati e coinvolti in una lezione o in un’attività c'è una scala, la LIS, che può aiutare a capire e valutare il grado di coinvolgimento, come è ben spiegato qui. La scala LIS è stata testata nel Regno Unito con l’aiuto di 5.000 adulti e oltre 50.000 bambini e bambine di età prescolare che hanno partecipato all’esperimento.
Fra le dieci azioni indicate, trovo che queste dovrebbero essere tenute in grande considerazione: