Ho conosciuto Ana una decina di anni fa, in uno dei suoi corsi a Roma. La invitai a tenere un corso anche nella mia città, dove fu nostra ospite. Una persona ricca sotto tutti i punti di vista, una professionista che insegnava tutto ciò che sapeva in modo diretto, senza risparmiarsi su nessuna delle sue conoscenze. Un'amica, prima che una collega... ora non c'è più.
Avete mai riflettuto sul significato che ha il gesto di lanciare gli oggetti nel bambino piccolo?
Su Uppa - Un pediatra per amico viene data una spiegazione molto accurata che ci aiuta a comprendere il modo di "apprendere" del cucciolo d'uomo.
Ancora un breve brano tratto da Dicono che sono Asperger di P. Cornaglia Ferraris:
Oggi mi hanno detto che ho un disturbo che si chiama “Asperger”, o almeno credo che si scriva così. Io non sono proprio convinto di avere un disturbo e anzi credo che il disturbo ce l’abbiano gli altri, cioè loro, quelli che non si interessano di animali, oppure usano “giochi di parole”, che sarebbero frasi che non vogliono dire nulla, fatte apposta per confondermi…
A proposito di figli adolescenti: è vero che non sono tutti uguali, ma la fase della ribellione l'hanno avuta entrambi i miei figli, anche se manifestata differentemente e con tempi diversi. Ricordo di averla avuta anche io (molto, ma molto tempo fa :), sebbene fossi una ragazza "ragionevole"!
E' per questo che dopo aver letto questo articolo ho avuto conferma del fatto che sia una cosa del tutto normale e che fa parte del loro personale percorso di crescita.
Nell'articolo di David Vagni su L'Ottimista la metafora del ghepardo per parlare dei bambini ad "alto potenziale", in inglese Gifted, è affascinante e concreta. In particolare sono i bambini che sono anche "diversamente dotati" a pagare le peggiori conseguenze e a non veder riconosciuti i propri pregi.
Vi consiglio di leggere l'articolo per intero qui (di seguito ne riporto una parte):
Parlare di persone come i dislessici o gli asperger non è facile: perchè? Perchè noi, i così detti "neurotipici", mal accettiamo il confronto con chi ha una diversità neurobiologica e non riusciamo ad empatizzare con loro. Eppure è quello che pretendiamo dagli altri: che comprendano sempre quello che diciamo e che vogliamo da loro!
Mi voglio soffermare sulle persone con la Sindrome di Asperger, nel modo in cui le definisce il dottor Paolo Cornaglia Ferraris: