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BAMBINI, LINGUAGGIO, LETTURA, FANTASIA E COMPUTER…

 
Stanislas Dehaene, professore al Collège di Francia e direttore del Centro di Neuro-Imaging Cognitivo, ha appena pubblicato I neuroni della lettura (Raffaello Cortina Editore), che spiega come il cervello legge a colori, e come si impara e si disimpara a farlo. "Leggere come si sa è un'invenzione del cervello, il risultato di un processo evolutivo enorme. Non è detto che anche questa perdita, se ci sarà, non sia un passaggio evolutivo.
 

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SENZA BIANCANEVE I BIMBI PARLANO TARDI

 Il rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fa il punto sul grado di alfabetizzazione nel paese. I problemi si accentuano nelle famiglie più povere ENRICO FRANCESCHINI LONDRA - C'era una volta. Ma adesso non c'è più. O, come minimo, c'è sempre di meno. I genitori hanno abbandonato o diminuito una vecchia abitudine: leggere o raccontare una favola ai figli per farli addormentare. E il risultato è che i bambini imparano a parlare sempre più tardi. Così sostiene un rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fotografa l'alfabetizzazione nel Regno Unito: il fenomeno che balza agli occhi dallo studio è infatti quello, in parte già noto, degli adulti che hanno sempre meno tempo per occuparsi della prole. Da un lato, i genitori sono sempre più affaticati; dall'altro, nuove tecnologie distraggono gli uni e gli altri, che si tratti di internet, social network come Facebook, telefonini, videogiochi. Risultato: il numero delle parole che i grandi scambiano con i piccini è in calo costante. Meno fiabe, meno dialogo, uguale apprendimento più lento: all'asilo e perfino alle elementari, in Gran Bretagna, entrano bambini di 5-6 anni con una capacità di comunicazione che sarebbe lecito aspettarsi da un bambino di un anno e mezzo, che ha appena imparato a camminare.

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DISLESSIA E DISTURBI DI LINGUAGGIO

Studi retrospettivi che hanno analizzato i precursori dei disturbi specifici dell’apprendimento, hanno dimostrato che la maggior parte dei bambini dislessici presentavano difficoltà nello sviluppo del linguaggio nei primi anni di vita. I disturbi del linguaggio colpiscono il 5-6% dei bambini in età prescolare. Numerose ricerche che hanno cercato di individuare i fattori predittivi dei disturbi specifici dell’apprendimento in popolazioni normali hanno messo in evidenza una forte correlazione tra apprendimento della lettura e livello linguistico raggiunto alla scuola materna.

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IL LINGUAGGIO DA 1 A 3 ANNI

 
 
Dr. Maria Teresa Menegus Foniatra Generalmente tra i 12 e i 15 mesi il bambino usa le prime parole, dotate di significato, sia per denominare (parti del corpo, persone, segnali di saluto, etc.) sia per richiedere. A questa età la muscolatura della bocca è adeguatamente allenata e la comprensione è ben sviluppata (indica gli oggetti che gli vengono richiesti, esegue ordini semplici, …). Molto spesso le parole hanno un valore di vera e propria frase o possono assumere più significati se usati in contesti diversi e se vengono prodotte con differente intonazione della voce. Sebbene il bambino usi una sola parola, tuttavia possiede già la frase organizzata a livello di pensiero. In questo periodo il linguaggio verbale e quello gestuale vengono utilizzati contemporaneamente ed il gesto può sostituire o rinforzare una parola od un verbo. Quando il bambino indica il frutto e contemporaneamente dice “mela”, in realtà denomina sia con la voce che con il gesto. Così come quando dice “da” e porge le mani, in realtà chiede sia con la voce che con il gesto. Al contrario, quando parola e gesto vengono utilizzati contemporaneamente ma ciascuno con diverso significato, il bambino sta formulando una frase a due termini.

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IL CIUCCIO E I DISTURBI DI LINGUAGGIO

Questo studio è illuminante!!! Naturalmente si riferisce anche all'uso del biberon. Quanti genitori mi dicono che per comodità fanno bere al biberon anche fino a 9-10 anni!!!! Tanto è solo per qualche minuto!!!! Ma no! Oltre ai problemi del linguaggio anche la deglutizione resterà quella infantile, con notevoli problemi all'occlusione dentale. Ma cresciamo bambini o vitelli, che pensiamo debbano bere per forza il latte (e poi dal biberon) fino ad essere grandicelli???? I bambini che usano il ciuccio dopo i 3 anni d'eta' hanno tre volte piu' probabilita' di avere disturbi della parola, come balbuzie o sigmatismo, cioè il difetto di pronuncia della "esse". Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista BMC Paediatrics di Washington. I bambini che hanno usato il succhiotto per almeno 3 anni hanno più difficoltà a parlare una volta cresciuti. Lo stesso risultato per chi si succhia il pollice, un'abitudine che può ritardare l'inizio della comunicazione verbale. ciuccio

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