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Tag: Docenti

GLI 8 PERCHE’ DEL METODO MONTESSORI

"Non ho inventato un metodo, ho solo dato ai bambini la possibilità di vivere", queste la parole di Maria Montessori. A distanza di oltre un secolo dalla sua nascita il Metodo Montessori è ancora attualissimo. Perchè? Favorisce un apprendimento multisensoriale e, quindi, duraturo e stabile. Incentiva la manualità come modo…

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NOSTRO FIGLIO E’ DISLESSICO: MANUALE DI AUTOAIUTO

In questo periodo intenso di pubblicazioni interessanti, ecco l'uscita del libro del dottor Gianluca Lo Presti, psicologo esperto in disturbi di apprendimento. Il dottor Lo Presti ha anche scritto l'introduzione della mia nuova edizione di Le Aquile sono nate per volare. Ed ora passiamo al suo libro: Nostro figlio è dislessico. Manuale di autoaiuto per…

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QUANDO LA DISLESSIA GIOCA A NASCONDINO

TRC_School-Kids2 Due bambini, visti in questa settimana, mi hanno fatto pensare: due casi diversi e simili allo stesso tempo. Due bambini con DSA ma che sono arrivati a valutazione con due richieste diverse. Il primo, di otto anni e la III elementare appena ultimata, è giunto presso il Centro perchè la mamma riferiva una r non ben articolata... da quella r un pò "strana" è emerso un quadro di un DSA  importante, con prestazioni davvero basse sia nella lettura che nella scrittura. Non è stato facile, alla fine della mia valutazione, spiegare ai genitori di cosa stavo parlando perchè assolutamente all'oscuro di tutto.

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9 MOTIVI PER INSEGNARE AI RAGAZZI A ODIARE LA LETTURA

scuola-di-fantasia-libro-78252 Volete dei buoni motivi per fare odiare la lettura ai bambini? Ebbene, Gianni Rodari ve ne dà 9! Li trovate nel libro Scuola di fantasia, una piacevole lettura in cui sono raccolti gli articoli, saggi ed interventi pubblicati lungo l'arco di oltre vent'anni, sulla scuola e sul rapporto educativo tra adulti e bambini. Un libro che pare scritto oggi: Rodari era davvero avanti!

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DSA E SCUOLA DELL’INFANZIA

come-leggere-dsa-e-scuola-dell-infanzia-quaderno-operativo-libro-75188  Oggi vorrei presentarvi un altro libro della Giunti sui DSA. La novità di questa guida e che la preoccupazione sulla prevenzione delle difficoltà scolastiche viene finalmente riversata anche sulla Scuola dell'infanzia per fare "prevenzione", cioè per intercettare queste difficoltà in modo da potenziare le competenze implicate e sostenere l'autostima nell'approccio agli apprendimenti evitando sentimenti di esclusione e/o inferiorità già al primo nascere.

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GUEST POST: I LAPBOOK DI GRETA BIENATI

ll Oggi è ospite sul mio blog Greta Bienati (che vi ho presentato qui), una presenza che sono convinta servirà sia ai genitori che agli insegnanti che mi seguono. Un grazie sincero a Greta.

Nel corso della prima elementare tutti gli sforzi dell'insegnante sono diretti all'insegnamento della lettura e della scrittura. I bambini devono per prima cosa imparare a leggere e a scrivere altrimenti, vi dirà l'insegnante, non è possibile fare nient'altro.

Un assunto all'apparenza ragionevole, che invece poggia su di un solido pregiudizio: ovvero che il canale privilegiato dell'apprendimento sia costituito dalla lingua scritta e che il principale strumento scolastico debbano essere i libri e i quaderni.

Le insegnanti della scuola materna, da parte loro, sanno bene che le cose non stanno affatto così: per tre anni hanno proposto ai bambini le attività e i contenuti più disparati e complessi senza mai utilizzare la lingua scritta, ma attraverso esperienze dirette, attività artistiche, uscite mirate.

Tutti questi strumenti, straordinariamente efficaci e potenti, vengono accantonati quando i bambini entrano a scuola, sono ritenuti “cose da asilo”, mentre l'unica istruzione valida diventa quella impartita attraverso i libri.

Si tratta di una perdita enorme, di una vera e propria deprivazione culturale. Questo atteggiamento limita e danneggia lo sviluppo intellettivo di tutti i bambini, e diventa particolarmente problematico con quegli alunni che non hanno nell'intelligenza verbale il loro canale di comunicazione privilegiato. Non si tratta solo dei bambini dislessici o di coloro che hanno delle diagnosi di DSA: molti adulti e bambini si relazionano con il mondo non attraverso il linguaggio verbale, ma attraverso un'attenzione alle immagini, allo spazio, al movimento, alla relazione interpersonale.

Una scuola davvero completa dovrebbe proporre una pluralità di linguaggi e di esperienze per consentire a ciascuno di accedere ai contenuti mediante il proprio canale privilegiato e poi, partendo da lì, di esplorare gli altri aspetti, arricchendo la propria esperienza.

Una didattica plurale, che comprenda, accanto ai libri, anche le attività artistiche e manuali, l'esperienza diretta, gli audiovisivi, il movimento, non è di beneficio solo per chi non privilegia l'intelligenza verbale, ma permette a tutti di svilupparsi in modo più completo, sano, flessibile.

Lavorare con un approccio plurale non significa affatto rinunciare ai contenuti. Possiamo continuare a svolgere i programmi previsti, modificando gli strumenti con cui li proponiamo.

Prendiamo come esempio la grammatica, che all'apparenza dovrebbe essere il regno del linguaggio verbale. Per lavorare sulle parti del discorso possiamo proporre un semplice racconto, ricco di immagini, che poi i bambini potranno illustrare e drammatizzare. Con dei materiali di recupero i bambini, divisi in gruppi, costruiranno il paesaggio del racconto, completandolo con i verbi, gli aggettivi, i nomi. La narrazione, l'immagine, la manipolazione permetteranno a tutti di comprendere i concetti fondamentali, ognuno secondo il suo canale privilegiato.

 Un percorso che utilizza molteplici fonti e attività richiede poi di essere sistematizzato e riordinato, così da diventare disponibile per lo studio e il ripasso. Uno strumento molto utile in questo senso è il lapbook, una sorta di cartelletta che contiene dei mini libri, di forma e dimensione differenti. Nel lapbook possiamo organizzare i contenuti appresi secondo una mappa concettuale, ovvero organizzandoli nello spazio. Utilizzando immagini, brevi testi, forme particolari, sarà possibile comprendere e memorizzare, senza bisogno di spiegazioni verbali.

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DSA E COMPITI A CASA

dsa-e-compiti-a-casa-libro-70293 Da oggi parto con una serie du articoli per segnalarvi un libro al giorno. I primi libri che voglio segnalarvi sono della Erickson e, come sempre, vanno a toccare argomenti di grande interesse. Parto dall'ultimo uscito che è DSA e compiti a casa. Dell'argomento ho già scritto qui. Infatti sappiamo quanto sia delicato e complesso affiancare un bambino DSA nei compiti. Mi è capitato spesso di dover rispondere a richieste in tal senso; questo libro colma questa lacuna a livello editoriale. Di cosa parla il libro?

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BES E DSA. UNA SCUOLA DI QUALITA’ PER TUTTI

BES_e_DSA_La_scuola_di_qualit_per_tutti I BES, questi sconosciuti! Chi sono gli alunni con Bisogni Educativi Speciali? Quelli con disturbi evolutivi specifici, alunni con svantaggio socio-culturale nonché alunni stranieri, quelli che non hanno una diagnosi specifica ma che hanno comunque una difficoltà di apprendimento. A tal proposito, vi presento un lavoro che dovrebbero leggere e mettere in pratica tutti i docenti di ogni ordine e grado: il libro delle amiche Annapaola Capuano, Francesca Storace e Luciana Ventriglia dal titolo BES e DSA: la scuola di qualità per tutti.

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RENDERE APPASSIONANTE UNA LEZIONE

school Siete dei docenti e volete rendere la vostra lezione appassionante? Volete venire incontro ai ragazzi dislessici o con difficoltà di apprendimento? Allora seguite questo consiglio (di cui ho parlato anche nella Mini Guida per i DSA che ho realizzato per la Casa Editrice Pearson):

consegnate ai ragazzi prima della lezione un foglio di domande dove ogni domanda è pensata perché la risposta sia uno dei punti chiave.

Perché domande e non un elenco di punti? Perché una domanda crea curiosità e un possibile spazio per la risposta, da ricercare nella vostra lezione. Paradossalmente poi potrebbero essere loro a stimolare, chiedendo di rispondere a tutte le domande indicate.

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