Sto leggendo il libro Dislessia nei giovani adulti. Strumenti compensativi e strategie per il successo, pubblicato pochi mesi fa dalla Erickson.
Il libro comprende una serie di contributi sul tema della dislessia in età adulta, tratti dal Convegno AID 2010 a Reggio Emilia.
Essendo il primo libro italiano a trattare tale argomento ritengo che sia un punto di riferimento utile per tutti i professionisti che si occupano di dislessia (fatta eccezione per i docenti), basandosi soprattuto sulla clinica.
Fra i tanti articoli c'è però una vera chicca, quello intitolato: Neurodiversità e dislessia: strategie di compensazione o approcci diversi? di Ross Cooper, dislessico, professore universitario, che sottolinea il proprio "orgoglio dislessico", ponendo il tema della neurodiversità e della dislessia non più come deficit, ma come differenza.

Un libro uscito in America quest'anno: The Dyslexic Advantage di Fernette and Brock Eide.
Nel libro si delineano quattro profili di maggiore forza, e fondamentalmente ognuno di questi profili riflette un modo diverso ma correlato, in cui i cervelli dislessici sono particolarmente bravi a mettere insieme grandi immagini, o guardando un contesto più ampio, o immaginando come i processi si svolgono nel corso del tempo.

Oggi nella pagina delle Testimonianze ho trovato questo commento che ho deciso di pubblicare. E' la storia di una ragazza dislessica, ora 24enne.
Mi è sembrato importante perchè, come ben conclude la sua lunga testimonianza, si capisca che la dislessia non condiziona solo gli apprendimenti scolastici, soprattutto quando si "incontra gente ignorante", come dice lei…
Guardate questo originalissimo video fatto da un giovane dislessico: a modo suo ci spiega come si è sentito a scuola e il rapporto con i suoi compagni, la voglia di dimostrare la sua intelligenza e il saper fare oltre il saper leggere e scrivere.