Quante volte mi sono chiesta che senso avesse bocciare un ragazzo in difficoltà, dislessico o no. O meglio: ribocciarlo! Nel periodo estivo mi rifaccio sempre le stesse domande quando vengo a conoscenza, tramite i miei pazienti, di situazioni in cui la scuola ha grosse responsabilità sull'insuccesso di questi ragazzi e si nasconde dietro valutazioni asettiche: Il ragazzo non ha raggiunto gli obiettivi... Ma possibile che gli obiettivi debbano essere rigidamente stabiliti a priori, senza considerare il punto di partenza dello studente, le sue peculiarità di apprendimento, la sua storia personale?
Mentre continuano a girarmi queste e altre domande, leggo l'interessante articolo sul blog amico Dislessia? Io ti conosco dal titolo Il "6 dislessico".
E' arrivata l'estate e il caldo e sempre meno persone frequentano il web ed i blog: meglio così, significa che siamo più presi dal relax e dalle vacanze!
Io, per il momento, sono ancora in piena attività ed oggi voglio riportarvi una parte di una relazione che avrei dovuto tenere il mese scorso all'Università di Siena in un Convegno sulla dislessia al quale, purtroppo, non sono più riuscita ad essere presente.
Una riflessione, naturalmente, che riguarda proprio il mondo scolastico universitario e gli studenti dislessici.
Un interessante articolo dal titolo ingannevole: Dislessia, imputato un gene. Ma di dislessia non si parla, piuttosto è un'articolata traduzione di uno studio dell’Istituto Child Health dell’University College di Londra riguardo alle radici genetiche di un particolare disturbo di linguaggio che porta ad avere difficoltà nell’associazione automatica.
Nonostante il mio continuo impegno a favore della dislessia, lo studio, il lavoro quotidiano e il blog, c'è sempre qualche notizia che mi sfugge. Significa che questo è un periodo di grande vivacità sull'argomento, tanto che nemmeno io riesco più a stare dietro a tutto quanto bolle in pentola nell'ultimo anno.
Infatti, oggi, mi sono accorta di non conoscere questo progetto europeo, di cui anche l'Italia fa parte: Dys-art. Come si legge qui:
Ecco una notizia che conferma l'importanza dell'uso di un font specifico per i dislessici : aumentare la spaziatura tra le lettere di una parola e tra le parole in un testo migliora la velocità e l'accuratezza della lettura nei bambini dislessici, in modo immediato e senza alcun trattamento specifico. La notizia è il risultato di…
Oggi ho il grandissimo piacere di ospitare nel mio blog le riflessioni di un sacerdote che, dopo aver letto il libro Storie di normale dislessia, ha scritto e mandato ai suoi amici le parole che vi riporto (la riflessione era più lunga, ma io ho scelto la parte che mi è sembrata più pertinente). Ringrazio l'amico Luca per avermele "regalate" e don Carlo Sacchetti per avermi dato la possibilità di renderle pubbliche.