Una nuova ricerca tutta italiana che può portare utili informazioni a noi riabilitatori e che dà un nuovo sguardo sulle difficoltà di apprendimento.
Il team di ricercatori dell’Università di Padova guidato da Andrea Facoetti ha dimostrato per la prima volta come bambini che hanno problemi di attenzione spaziale visiva siano gli stessi che poi con grande probabilità sviluppano la dislessia evolutiva.
Dopo l'articolo che ho scritto giorni fa a proposito della mia indignazione per quello che era accaduto in una scuola della mia città, ho ricevuto tanti commenti e messaggi su Facebook, purtroppo unicamente di mamme che si sfogavano delle loro vicende personali, molto simili a quelle da me raccontate.
Ciononostante bisogna che l'atteggiamento di fondo, nei confronti della scuola, rimanga positivo, altrimenti non si andrà da nessuna parte. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità e non scaricarle sugli altri.
Ed è con questo spirito che concludo le mie riflessioni sulle Linee Guida relative alla legge 170, riportando il brano riguardante La dimensione relazionale, con chiari riferimenti alle misure dispensative e compensative.
Il giorno 11 aprile alle ore 15.30 presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi della Basilicata si terrà la manifestazione 'MI CHIAMO LEONARDO E SONO DISLESSICO' - INCONTRO-DIBATTITO SUI MECCANISMI DELL'APPRENDIMENTO. All'incontro parteciperà anche il neurospicologo Angelini e il ministro dell'Istruzione Rossi-Doria.
Un'occasione per parlare di dislessia negli adulti e per fare il punto della situazione nella regione Basilicata. Con l'obiettivo di individuare eventuali DSA, con l'aiuto dell'AID (Associazione Italiana Dislessia) è stato predisposto un questionario di autovalutazione, composto da 20 semplici domande a cui rispondere “Sì” o “No”. In base al punteggio conseguito, così come descritto in calce al questionario, ciascuno può autonomamente avere un indicatore di eventuali disturbi dell'apprendimento, in maniera assolutamente anonima e protetta. Successivamente, e solo a fini statistici, è possibile rimettere il questionario compilato nelle apposite urne predisposte nelle Segreterie di ogni Facoltà.
Per trattare il tema della dislessia nell'adulto, e soprattutto per intavolare un dibattito con gli studenti e i docenti dell'Ateneo, raccogliendo spunti e problematiche.
A tal proposito riporto uno stralcio di un articolo apparso qualche anno fa sulla rivista Dislessia per capire bene come evolve la dislessia nei giovani adulti.
Dopo aver letto questo post scritto da mamma Catia nel suo blog La scuola di Matilde, ho visto che a distanza di tempo diverse mamme hanno replicato sull'argomento Metodi compensativi e dispensativi.
Sono d'accordo con loro che al bambino dislessico va data l'oportunità di imparare nei modi e con le strategie a lui (o lei) più congeniali, che compensare e/o dispensare non va fatto in modo uniforme, ma personalizzando sempre il percorso didattico a lui (o lei) dedicato.
Negare, quindi, che un bambino dislessico possa aver bisogno dei metodi compensativi e dispensativi significa negare il problema, ed è grave se ciò avviene da parte della scuola. Se avviene da parte della famiglia significa, allora, che va aiutata a capire e ad accettare le diffirenze e le caratteristiche proprie dell'apprendimento di un bambino dislessico.
Tali metodi, per chi non lo sa ancora, sono sanciti anche dalle Linee Guida della Legge 170, così come vi riporto in seguito.
Ecco un'idea divertente per allenare i bambini con disturbi di linguaggio o per aiutare i dislessici che hanno difficoltà con alcuni suoni del linguaggio: Il Canta-Storie, un libro per imparare giocando.
Se è vero che la creatività fa parte del modo di pensare e agire di molti dislessici, il "presunto" dislessico più creativo di tutti i tempi è stato sicuramente Leonardo da Vinci, come abbiamo raccontato anche in Storie di normale dislessia.
Il maggiore esperto mondiale sull’applicazione del pensiero geniale è Michael J.Gelb, pioniere del pensiero creativo, apprendimento accelerato e leadership innovative, consulente organizzativo in seminari per società come IBM e Microsoft.
Tracciando una metodologia – descritta nel libro Pensare come Leonardo che trae spunto dalla vita di Leonardo Da Vinci, propone sette principi utili a stimolare il pensiero creativo, affinare i sensi, liberare l’intelligenza armonizzando corpo e mente per realizzare una diversa modalità di espressione.
Immagine tratta dal blog di Roberto Cavalli
A proposito di personaggi famosi che si sono scoperti dislessici in tarda età, ecco un esempio tutto italiano: lo stilista Roberto Cavalli. In un'intervista rilasciata per Corriere della Sera nel settembre del 2010 rivela le sue difficoltà di lettura:
«Un piccolo segreto? Sino a pochi anni fa non avevo…
Le 30 pagine delle Linee Guida sulla Legge 170 sono ricche di suggerimenti che potrebbero sembrare scontati ma che, a mio avviso, non lo sono affatto. Per esempio l'argomento "metodo di insegnamento" è sempre molto attuale. Vi riporto alcune parti:
Ancora notizie riguardanti i punti di forza dei dislessici; arrivano, manco a dirsi, dall'America. Nulla di straordinariamente nuovo per me che nel mio libro Le Aquile sono nate per volare ho già illustrato questa caratteristica: la globalità della visione. Interessante è vedere come viene sfruttata questa caratteristica da un gruppo di dislessici:
C'era molta attesa ieri sera per la fiction A fari spenti nella notte. Notizie confuse, all'inizio, riportavano che fosse tratto dal libro di Ugo Pirro: Mio figlio non sa leggere. Leggendo la trama, invece, si è fatta chiarezza: il film trattava anche della dislessia, ma ciò che l'aveva correlato ad Ugo Pirro è che lo sceneggiatore era Umberto, proprio il figlio di Pirro.
Nonostante fossi un pò scettica il film mi è piaciuto moltissimo per una serie di motivi.
Gran brutta storia quella che sta accadendo nella mia città, Potenza. La storia riguarda un ragazzino dislessico che conosco personalmente. Una vicenda che non so se sia da addebitare solo alla non conoscenza del problema da parte della scuola o anche alla malafede generale.