Un'interessante ricerca condotta dal Wellcome Trust Institute e pubblicata sulla rivista Proceedings della Royal Society B rivela che il nostro cervello è influenzato dalle relazioni sociali sviluppate online, stabilendosi così un rapporto tra materia grigia del cervello, il tessuto cerebrale dove sono concentrati i neuroni, e il numero di amici accumulati sui social network come Facebook.
Genio e follia, o solo accettare la coesistenza fra le due, è quello che ha portato la civiltà a crescere. E' un argomento che mi affascina da tempo, da quando ho intuito che la dislessia era una porta aperta per vedere il mondo in modo diverso, così come la sindrome di Asperger (una forma di autismo ad alto funzionamento). Perchè ogni modo diverso di vedere e comprendere le cose porta a migliorare la società, a fare un salto di qualità dell'intera civiltà in cui i soggetti vivono. In fondo tanti personaggi famosi ritenuti dislessici sembra abbiano avuto anche la Sindrome di Asperger (vedi Einstein, Darwin e Van Gogh ad esempio).
La ricerca che oggi vi propongo è dello scorso anno, piuttosto interessante:
A che scopo far passare delle deboli correnti elettriche nei nostri cervelli? Per migliorare le nostre abilità matematiche, secondo la nuova ricerca condotta all'Università di Oxford. I ricercatori hanno infatti scoperto che facendo passare una debole corrente elettrica attraverso il cervello, è possibile aumentare la predisposizione alla matematica per circa sei mesi.
Il linguaggio umano è ancora un mistero per gli scienziati. In particolare, una delle ultime scoperte è avvenuta studiando, come sempre, il Dna. Sul Corriere della Sera di ottobre si legge che nel 2001 si scoprì un’intera famiglia della periferia londinese con problemi di articolazione dei suoni.
Un'interessante scoperta* pubblicata ieri (naturalmente viene dall'America!) e che potrà essere utile per capire come aiutare meglio i dislessici:
I lettori esperti sono in grado di riconoscere le parole perchè collocate in una sorta di dizionario visivo, questo è quello che hanno scoperto i neuroscienziati della Georgetown University Medical Center (GUMC).
In questi anni, dopo l'uscita del libro Le Aquile sono nate per volare, mi è stato chiesto più volte circa un argomento poco discusso da noi in Italia che, però, ha un suo interesse pratico: l'uso degli Omega 3 (nel pesce) e degli Omega 6 (nei vegetali).
Ci sono varie ipotesi confermate da diverse ricerche che hanno…