E' una notizia molto triste ma devo parlarne perchè tanti, come me, non sanno che esiste una sindrome, la Sindrome del Bambino Scosso (Shaken Baby, SBS), e che a causa di ciò un neonato versa in gravi condizioni a Torino. Questo può accadere quando un genitore, esasperato dal pianto prolungato del bambino, lo scuote energicamente.
La Sindorme BS è considerata una grave forma di maltrattamento del neonato, anche se spesso i genitori non vogliono recare danno al bambino ma farlo smettere di piangere.
Quanti genitori sanno questa cosa? Solo il 30%! Questo tipo di azione "aggressiva" può causare danni permanenti a livello neurologico, se non addirittura la morte del neonato. C'è anche una variante di questa sindrome, shaken impact, dove il bambino oltre ad essere scosso è letteralmente scaraventato sul letto o addirittura su piani solidi.
Su Educabimbi si legge:
Complimenti a Giorgio Luigi Borghi e al suo Bimbi Bravi a Scuola che, ancora una volta, ha allargato le possibilità di aiutare i bambini ad imparare prima e meglio, oltre che allegramente, la grammatica italiana. Come? Utilizzando ancora una volta le immagini, la grande risorsa del cervello, soprattutto per i dislessici. Ed ecco che gli…
Il feto ricorda i suoni e le voci che sente durante la gravidanza, è in grado di riconoscerli anche dopo nato, reagendo differentemente agli stimoli che essi procurano al suo cervello. Questa è la notizia derivante da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coordinati da Eino Partanen dell’istituto di scienze comportamentali dell’università di Helsinki in Finlandia (la ricerca è stata pubblicata dalla rivista dell’accademia delle scienze americana Pnas) e che si pensa possa prevenire disturbi legati al linguaggio, compresa la dislessia.
Un nuovo studio di imaging cerebrale sulla dislessia mostra che le differenze nel sistema visivo non siano la causa del disturbo, ma invece è probabile che ne siano una conseguenza.
I risultati, sono stati pubblicati a giugno sulla rivista Neuron.
"I nostri risultati non escludono la presenza di questo specifico tipo di deficit visivo", dice l'autore senior Guinevere Eden, PhD, direttore del Centro per lo Studio dell'apprendimento presso la Georgetown University Medical Center (GUMC) e past-president della dislessia Internazionale Associazione. "In effetti i nostri risultati confermano che le differenze esistono nel sistema visivo dei bambini con dislessia, ma queste differenze sono il prodotto finale della lettura, se confrontato con i lettori tipici, e non sono la causa dei loro problemi di lettura."
Se gli studi di genetica riguardanti il linguaggio nei bambini ci confermano che esso è influenzato dai geni (ad esempio le bambine parlano meglio e di più dei bambini grazie ai più alti livelli di proteina FOXP2 nell’area 44 di Brodmann) è anche vero che i genitori possono fare molto perchè evolva nel modo migliore.
Una nuova ricerca americana fa emergere l'importanza degli "indizi non verbali", cioè quella comunicazione che avviene attraverso il corpo.