di Paola Alagia
La dimensione ludica e la narrazione di storie, in gergo "storytelling", che siano favole o racconti, sono due approcci didattici insostituibili per l'insegnamento della lingua inglese a studenti con problemi di dislessia. Non senza, però, una buona predisposizione da parte dei maestri a stabilire un canale di comunicazione con i singoli interlocutori.
"Se la lingua è viva, e indubbiamente lo è, il suo primo scopo è quello della comunicazione, non importa se essa avviene soltanto o soprattutto nella forma orale. L'importante è attivare un canale che ci consenta di essere capiti da un interlocutore e di capirlo a nostra volta". Proprio da questa premessa è scaturito il lavoro di Claudia e Rossana Gabrieli in "Dyslexia. What is it?", uno studio ad hoc sull'insegnamento della lingua inglese ad allievi dislessici.
Purtroppo sono ancora molti i ragazzi dislessici che nella Scuola Secondaria, nonostante un forte impegno nello studio, vivono un forte disagio perchè gli insegnanti giungono a conclusioni errate circa le loro capacità.
Spesso, all'ingresso nella Scuola Secondaria viene riscontrato un miglioramento nelle capacità di lettura, ma a questo non si associano altrettanti…
Riporto il progetto di Tender To Nave Italia. Mio figlio ha da poco fatto un'esperienza di 5 giorni con loro e con alcuni esperti dell'Associazione Italiana Dislessia. Trovo che siano cose davvero importanti che andrebbero fatte conoscere a tutti, perchè spesso ci lamentiamo che in Italia siamo arretrati, che non si fa nulla di buono... basta guardarsi un pò intorno e poi... partecipare! Un'esperienza unica nel suo genere...I ragazzi hanno dovuto fare i conti con una realtà completamente nuova: hanno lavorato al fianco dei marinai, del comandante, del nostromo, dei cuochi. E poi hanno sperimentato che per imparare una cosa nuova ci vuole partecipazione e modi di fare da loro già conosciuti ma poco utilizzati (uso di materiale multimediale, confronto diretto, visualizzazione...).