“Ecco un’artista a cui piace mettersi in discussione”, mi sono detta mentre la ascoltavo al telefono. Ero molto emozionata: parlare con la Prima Ballerina del Teatro alla Scala non capita tutti i giorni.
Sabrina Brazzo ha danzato sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi del mondo: è una stella!
Perché ho intervistato la danzatrice Sabrina Brazzo? Perché è un’artista famosa che non ha avuto vergogna di uscire allo scoperto, in questa Italia dove la parola dislessia fa ancora paura a molti, a tutti quelli che non sanno di cosa si parli, evidentemente!
Sabrina mi racconta che qualche anno fa ha cominciato a sentire parlare di dislessia in TV e leggendo articoli sulle riviste. Come accade per molti adulti non diagnosticati, anche lei si è detta: ecco, questa sono io, allora sono dislessica, non sono una somara, come da bambina mi hanno fatto credere!
Ma Sabrina, da brava dislessica, testarda e creativa, ha capito subito che la danza poteva essere lo spazio dove esprimere il suo talento di ballerina. E ci è riuscita!
Eppure, fino a qualche anno fa, non era ancora in grado di dare un nome a questa sua caratteristica che tanto l’aveva fatta soffrire, fino a quando, come spesso succede, non è stata interpellata come genitore: un figlio che presenta una modalità di apprendimento diversa riapre la vecchia ferita. Ma la scuola non vuole comprendere: “la dislessia è una moda!”, le dicono quando tenta di parlarne con la maestra. Sabrina se la prende oltremodo: un disconoscimento del vecchio trauma crea un nuovo trauma, così dice la psicologia.
Ed ecco che Sabrina comprende come si è sentita da bambina e come non deve sentirsi nessun altro bambino o ragazzo, incompreso nella sua unicità.
Mi racconta della sua scoperta, quando capisce che attraverso il suono e il movimento poteva imparare meglio e più in fretta! Potremmo dire che Sabrina è la grande artista che è oggi proprio GRAZIE alla sua dislessia e non nonostante la sua dislessia.
E’ così che, forte della sua nuova consapevolezza, Sabrina riconosce di essere “preziosa” e decide di raccontare la sua storia in uno spettacolo, un “racconto” in danza e musica, che possa girare l’Italia, perchè si capisca che i bambini dislessici devono essere messi in grado di imparare, aiutati nella diversità ed unicità di ognuno.
Uno spettacolo che fa bene al cuore, visto che Sabrina si è accorta di quanti legami si siano creati mentre andava avanti l’idea, quanto coinvolgimento emotivo è riuscita a suscitare.
La mia vita d’artista. Storie di ordinaria e straordinaria dislessia è il titolo dello spettacolo che Sabrina Brazzo metterà in scena il 25 maggio a Milano insieme al ballerino Andrea Volpintesta, compagno di vita, oltre che di lavoro.
La mia vita d’artista narra il percorso formativo di una danzatrice che, partendo dalla preparazione di base classica, cerca di arricchire le proprie capacità espressive attraverso lo studio di altre tecniche. Con onestà e coraggio, Sabrina Brazzo mette in scena la propria difficile condizione di artista dislessica.
“Per tanto tempo abbiamo cercato di raccontare genericamente la vita di un artista – scrive Micaela Masella, ideatrice dello spettacolo insieme a Salvo Mnaganaro – poi in realtà Sabrina ci ha aperto il cuore raccontandoci tante cose di sé e condividendo la difficoltà che ha incontrato, poiché dislessica, nell’affrontare il suo percorso di danza. Sabrina ha fatto grandissime cose e questo vuole essere uno spettacolo che incoraggia tutti quanti, specialmente i giovani a pensare che tutto, in realtà, si può fare, lavorando per superare le difficoltà che la vita ci pone”.
La mia vita d’artista collabora con l’Associazione Dislessia 360, che promuove e sensibilizza all’interno del mondo scolastico le diagnosi precoci sui disturbi dell’apprendimento.
“Basterebbe che la società fosse un po’ più attenta”: non generalizzare, non trattare tutti in una maniera standard, nella danza come nella vita, perché ogni persona è un mondo a sé e ha bisogno di esprimersi con i suoi modi.
Nel 2012 Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta hanno dato vita a Jas Art Ballet Company per valorizzare giovani talenti, accompagnandoli per mano nel mondo del professionismo.
Andrea Volpintesta: “Come compagnia vogliamo che la danza sia utile a far scoprire e a parlare di tematiche che sono molto importanti nella nostra società. La danza ha la sensibilità massima per poterlo fare comunicando in maniera diversa, con il movimento e le espressioni del viso”.
Prosegue Sabrina Brazzo: “L’arte in questo caso è veramente il cuore pensante: può mandare avanti il mondo anche in maniera migliore. E’ giusto sognare ma poi i sogni devono realizzarsi. Se avete un grande sogno dovete seguirlo ed essere ancora più convinti che quello può non essere solo un sogno”.
Ecco perché Sabrina ha in cuore di realizzare un corso speciale per i ragazzi con disturbi nell’apprendimento che vogliano avvicinarsi al mondo della danza.