Il film “Il discorso del Re”, uscito il 28 gennaio nei cinema italiani, ha avuto 14 nomination ai BAFTA (considerati gli Oscar dell’industria cinematografica inglese), un Golden Globe al protagonista e una strada in discesa per le nomination agli Oscar. Insomma, un successo clamoroso.
E’ un film particolarmente interessante perchè l’argomento storico si intreccia con la storia di Re Giorgio, che si trova ad affrontare a viso aperto la sua difficoltà di linguaggio, perché questa gli si presenta davanti senza offrirgli nessuna via di fuga: deve fare il Re e deve parlare alla radio.
L’arrivo della radio ha infatti rivoluzionato il mondo, e la Corona inglese non può non stare al passo con i tempi, dialogando direttamente con i propri sudditi… Re Giorgio ha bisogno di una voce e allora ecco che avviene il cambiamento. La moglie Elisabetta spinge il marito a lavorare sulla propria difficoltà affidandosi ai metodi di Lionel Logue, personaggio dai metodi poco ortodossi.
E’ un incontro difficile quello tra un Re balbuziente e il suo maestro di eloquenza. Il balbuziente spesso è scettico rispetto alla soluzione e quando l’allievo è un Re il confronto è ancor più difficile. Re Giorgio infatti non abbandona la sua supponenza aristocratica, non confessa fino in fondo i traumi infantili e soprattutto non crede nella guarigione. Lionel però è un bravo maestro e sa che deve abbattere quella barriera sociale e instaurare un rapporto di amicizia alla pari.
Dal film emerge una bella figura di “riabilitatore”. Un film che vale la pena di vedere.
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