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LETTERA A MIO FIGLIO SUI RIFUGIATI

reato_immigrazione_clandestina_ordinamento_italiano

Questa lettera è nata dopo aver saputo da mio figlio, 18 anni ultimo anno di Liceo Classico, che la prof. di filosofia aveva chiesto loro lunedì se era il caso di fare il minuto di silenzio per le vittime di Lampedusa… e dopo che lui mi ha esposto le sue perplessità.

 

Caro figlio, averti visto così incerto e in balìa dell’opinione comune che gli immigrati sono tutti dei poco di buono mi sono rammaricata del fatto che forse io non ti ho mai parlato apertamente delle cose del mondo e che, purtroppo, ho lasciato che TV e web la facessero da padrone. Mi spiace perchè da bambino ti ho educato alla tolleranza e al rispetto dell’altro, in casa e fuori. Ecco perchè allora ho deciso di scriverti, perchè tu possa ricrederti e cercare di capire che nel mondo non esistono solo le cose che puoi vedere con gli occhi, ma che bisogna tenersi informato e far lavorare il cervello, se non vogliamo essere “schiavi” ma uomini liberi.

A proposito degli immigrati clandestini che continuano ad approdare sulle coste italiane, la maggior parte di loro viene da stati africani dilaniati da guerre di cui nessuno parla o ne parla raramente e sai perchè? Perchè le armi all’Africa le vendiamo noi, noi Italiani ed europei. Secondo un rapporto del Congressional Research Service ripreso dal quotidiano “New York Times”, l’Italia, con un introito pari a 3,7 miliardi di dollari, è al secondo posto per la vendita di armi dopo gli U.S.A.

I nostri governi fanno finta di aiutare questi paesi mandando aiuti umanitari, ma prima abbiamo venduto le armi perchè potessero uccidersi.

Un anno fa il sindaco di Lampedusa scrisse:

Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa  motivo di vergogna e disonore

In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano…

Chi lascia la propria terra, i propri cari a rischio della vita, spendendo tutti i soldi che ha racimolato, spera solo di sopravvivere, di evitare la morte in patria o per guerra o per fame. Devi anche sapere che il numero di profughi che raggiunge l’Italia ogni anno dal mare è minore al 15% del numero complessivo dei migranti che fanno ingresso sul territorio in altri modi. Che più dell’80% dei rifugiati del pianeta sono accolti da paesi confinanti dei vari Sud del mondo, che l’Italia ha un numero di richieste di asilo molto ridotto se confrontata ad altri paesi europei come la Francia o la Germania.

Come scrive una giornalista: “Il primo dato, quello che deve essere indiscutibile, è che nessuno deve più morire cercando di raggiungere l’Europa. Che è cosa diversa dal dire: Nessuno deve più morire davanti ai nostri occhi.

Da noi una legge dice che per entrare in Italia devi già avere un contratto di lavoro. Cosa significa questo se non un invito alla clandestinizzazione dei migranti e all’illegalità per chiunque li assuma? Cosa significa questo, se non un regalo alle organizzazioni che trafficano uomini e donne attraverso le frontiere?”

E che dire di questi uomini e donne che vivono in Italia e che contribuiscono anche loro alla nostra crescita economica? Che fanno lavori che da noi nessuno più vuole fare e che le nostre leggi e certi schieramenti politici ancora trattano da “clandestini”, quindi con pochi diritti ma con molti doveri?

Ti invito a riflettere, perchè è solo per un caso che tu sei nato in questa terra e hai la possibilità di vivere una vita tranquilla, senza preoccupazioni particolari. Ti invito a guardare alla vicende della storia con spirito critico e a capire che chi sta dalla parte più povera  del mondo non ha nessuna colpa, che anche noi con i nostri silenzi e con le nostre scelte, economiche e politiche, contribuiamo a mantenere questo stato di cose.

Figlio mio, vorrei che fossi un uomo di pace, quella vera, vorrei che vincessi i pregiudizi che condizionano tanti, perchè sono sicura che sarai tu e i giovani come te che costruirete un mondo nuovo, un mondo più giusto.

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