Oggi lascio la parola ad una persona che vi parlerà del benessere emotivo, soprattutto nei bambini. Ringrazio Giacomo Papasidero per aver accettato di scrivere questo artico
Insegnare ai bambini come gestire un’emozione negativa è importante. Rossella sa molto meglio di me quanto ansia o insicurezza possano incidere negativamente su chi, ad esempio, ha anche problemi come la dislessia. Mi chiamo Giacomo Papasidero, sono un mental coach fondatore del progetto Diventarefelici.it e mi occupo da oltre 7 anni di benessere e felicità. Ho scoperto che si potrebbe fare di più. Se invece di insegnare come gestire le emozioni negative insegnassimo a eliminarle e a farle durare, quando le provano, pochi minuti, non sarebbe meglio?
Io la chiamo indipendenza emotiva e si basa sulla comprensione che siamo noi stessi a creare le nostre emozioni. Infatti queste non dipendono da cosa accade o da come si comportano gli altri, ma da quello che pensiamo, da come reagiamo agli eventi. Essendo l’esatto contrario di quel che abbiamo imparato (e ci hanno insegnato), ti invito a leggere questo approfondimento in cui lo spiego molto meglio.
Riprendendo la definizione dello psicoterapeuta Nathaniel Branden, le emozioni sono una reazione valutativa. Di fronte a qualsiasi situazione tu emetti un giudizio. Se questo è positivo, vivrai emozioni positive, al contrario, se consideri qualcosa un pericolo, crei dentro di te emozioni negative. In base ai nostri giudizi, cioè a come viviamo, pensiamo e affrontiamo la vita, possiamo letteralmente scegliere che emozioni provare.
Il primo passo per arrivare all’indipendenza emotiva è comprendere questa valutazione. Devi osservare cosa pensi quando inizi a provare l’emozione. Scrivilo, soprattutto all’inizio sarà utilissimo. Immaginati nella sala di un cinema e sullo schermo fai scorrere i momenti che hai vissuto prima e dopo l’emozione che senti. Un istante prima sei sereno, quello dopo deluso (o arrabbiato o ansioso).
Che cosa è successo nella tua mente in quello spazio che separa questi due istanti? Immagina di rallentare la scena e osserva cosa hai pensato, cosa ti è venuto in mente, se ti aspettavi qualcosa che non hai avuto, se ti è tornato in mente un ricordo, come hai giudicato (positivo o negativo?) quello che accadeva.
Io chiamo diario emotivo questo esercizio: scrivere i pensieri che hai avuto per ogni emozione che provi. Bastano pochi minuti ma hanno un’importanza enorme. Questo può diventare un gioco per i bambini, scrivere cosa vedono nella loro mente poco prima di sentire una certa emozione.
Il secondo passo consiste nel costruire una visione positiva e risolutiva della vita. Se pensiamo sempre al peggio non impediremo che le cose accadono e in più creeremo con questi pensieri malessere dentro di noi. Serve? Ha senso? Risponderei di no a entrambe le domande. Di fronte ai problemi bisogna imparare due grandi abilità.
La prima è osservare in modo positivo la realtà. Uso molto un esercizio che diverte tanto i bambini e che chiamo vedo positivo. Consiste nel cercare tutte le cose belle, positive, simpatiche, utili che vediamo attorno a noi. Parlo di cose semplici. Io adesso vedo il mio computer, il mio cane che dorme, i libri che mi piace leggere, un crocefisso, sento la pioggia. Sono banali, ma hanno un valore positivo.
Il gioco consiste nel fermarsi e scriverne quante più ne vediamo. Senza il computer non potrei creare questo articolo, il suono della pioggia è meraviglioso e rilassante, i libri che ho letto mi hanno insegnato tanto, la fede mi ha sempre sostenuto. Saper concentrare la nostra attenzione, in modo consapevole, su queste cose è di vitale importanza. La realtà che ci circonda, con tutti i problemi che vediamo, ci offre sempre cose meravigliose di cui gioire ed essere grati. Imparare e insegnare questo cambia davvero la vita.
Punta una sveglia tra qualche ora e quando suona ti fermi, magari con i bambini che vivono con te, o con i ragazzi della classe, e fate questo gioco, trovate tutte le cose positive attorno a voi. Non solo, scrivete anche i motivi per cui le notate. Alla fine punta una nuova sveglia, diciamo a un paio d’ore di distanza e ripetete il gioco, cercando di vedere cose sempre diverse o notare motivi sempre nuovi.
Una mamma che lo faceva fu “scoperta” del figlio di sei anni che poi aspettava la sveglia e correva da lei a giocare insieme. Questo è lo spirito giusto e i bambini sono maestri con il loro entusiasmo.
Infine è fondamentale saper risolvere i problemi. Più ne sono capace, più mi fido di potercela fare, meno proverò ansie o paure, perché so che ogni problema ha una soluzione e posso trovarla. Come si fa? Imparando a farsi le domande giuste.
- Dove sta esattamente il problema? Che cosa vorrei cambiare e perché?
- Cosa mi impedisce di fare questo problema? Qual è il mio obiettivo? Che cosa voglio ottenere?
- Come posso risolvere questo problema?
- Che cosa posso fare di diverso rispetto al solito?
- Come faccio a sapere se sto agendo nel modo giusto?
Non basta che ti chiedi cosa puoi fare, devi poi agire senza paura di sbagliare. Se non ottieni il risultato che speravi, chiediti:
- Dove ho sbagliato?
- Per quale motivo questa cosa non funziona?
- Che cosa dovrei modificare e come?
Trova una soluzione, mettila in pratica e se non funziona scopri il motivo e come fare altrimenti, quindi ritenta. Non devi mai smettere di provare fino a che non trovi la soluzione. Insegna questo atteggiamento ai bambini, aiutali a capire che la soluzione c’è, che loro possono trovarla, che non devono mai arrendersi o vedere un errore come un fallimento.
A volte servirà trovare soluzioni alternative per gestire anche i problemi che in quel momento non riusciamo a risolvere. Questo smorza ogni emozione negativa e cambia la tua visione delle cose: puoi farcela, e se proprio non ti riesce di rimuovere un problema, puoi conviverci in modo positivo.
Sbagliare non è sbagliato, ma è probabilmente il modo migliore per imparare qualcosa. Diciamolo ai bambini, facciamolo noi stessi ogni giorno.
Per arrivare all’indipendenza emotiva bisogna imparare a comprendere come creiamo le nostre emozioni attraverso pensieri e giudizi. Sviluppare una visione positiva, che tiene conto della realtà a 360°, imparare a risolvere i problemi, con l’atteggiamento costruttivo che punta alle soluzioni.
Sono pochi elementi, ma potrebbero innescare una rivoluzione enorme. Un giorno lo insegneremo nelle scuole, spiegheremo ai bambini che sono liberi, che possono sognare, che non è un problema sbagliare, che sono unici e perfetti così come sono. Tu, però, puoi iniziare a farlo subito. Le cose non cambiano ma è ogni singola persona che, nel suo piccolo, inizia a cambiare.