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DISLESSIA E SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE

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Arriva il momento, per i nostri ragazzi, di scegliere la Scuola Superiore. Scelta non facile per tutti, ma per chi ha una diagnosi di dislessia e ha alle spalle anni di difficoltà scolastiche e, a volte, anche di insuccessi, diventa ancora più complicato, come genitori, poter dare consigli e indicazioni ai nostri figli.

La scelta della Scuola Superiore può condizionare il futuro lavorativo, sebbene questa non sia una regola generale e posso dirlo personalmente. Infatti il mio primogenito ha deciso di fare tutt’altro dopo l’Istituto Professionale frequentato in quanto si è accorto, crescendo, che quello per cui aveva studiato non era in accordo con i suoi reali interessi. Certo, non è facile, ricominciare da 0, ma in questa Italia che non offre posti di lavoro ai giovani, non è questo il vero problema.

Vi segnalo che in Italia è avvenuta un’inversione di tendenza: il 52% degli studenti si iscrive agli istituti professionali contro il 48% di quelli iscritti ai licei, in confronto al 60% di iscritti ai licei di qualche anno fa.

Il rapporto ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) di giugno 2012 riferisce quello che viene visto come un aspetto positivo: lo sviluppo della formazione tecnico-professionale, che continua a registrare un incremento, in controtendenza con i fenomeni di licealizzazione che avevano caratterizzato l’ultimo decennio (+1,5% iscritti agli istituti professionali e +0,4% iscritti agli istituti tecnici, licei -1,9%).

Come mamma di due ragazzi che hanno già attraversato questa fase, posso dire di avere fatto anche io degli errori, ma in definitiva loro sono stati capaci, comunque, di indirizzarsi secondo i loro interessi, cosa che ritengo alla base di ogni scelta.

Il consiglio generale rimane quello di dare la possibilità di conoscere tutte le alternative, incoraggiando anche i ragazzi dubbiosi o incerti, perchè spaventati dalla possibilità di un insuccesso. Noi genitori, quindi, dovremmo essere sempre di supporto, ascoltarli, ma alla fine spingerli ad “osare”, continuando sempre a sostenere i loro sforzi.

Ecco perchè non esistono criteri così diversi da quelli che si utilizzano per gli altri ragazzi, se non che sia indispensabile che facciano qualcosa che possa piacergli, che faccia parte dei loro sogni sul futuro, altrimenti anche il più piccolo ostacolo sembrerà insormontabile se manca la passione, l’interesse, la motivazione.

Per chi volesse leggere un libro sull’argomento vi segnalo Educare al Successo. Aiutare i figli nella scelta della Scuola Superiore.

 

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