Dopo l’articolo scritto sul mio blog per richiamare le riflessioni argute di Anselmo Cioffi, il papà dislessico presidente dell’ Associazione L’acuilone, anche un altro amico, sensibile all’argomento dislessia, ha dato il suo contributo alla discussione attraverso il suo blog.
Parlo di Paolo Beneventi che su Bambini Oggi il 29 aprile ha scritto un articolo dal titolo: Curare la scuola con la dislessia?
Un articolo che sembrerebbe provocatorio ma che, secondo me, di provocatorio ha solo la parola “dislessia”. Perchè finalmente si capisca che non si parla di “patologia”, di “malattia” che va curata. Perchè si ricordi che il dislessico ha un diverso modo di imparare e che tutti i bambini vorrebbero una scuola dove accanto alla lettura e alla scrittura, ci fossero tante altre attività… “culturalmente importanti, tecnicamente avanzate, didatticamente ineccepibili e però divertenti e interessanti davvero, anche nel confronto con il mondo di fuori, e che ai bambini piacciono moltissimo, anche se a volte l’impegno richiesto è maggiore che per tante attività curricolari.
(I bambini) Stanno attenti, lavorano bene, ricordano le cose, sanno organizzarsi in modo efficiente, si rendono conto di produrre essi stessi sapere e cultura: facendo teatro, scrivendo libri, allestendo musei, girando film! Una gioia per l’educatore, ma probabilmente una situazione imbarazzante per l’insegnante burocrate, e in generale non gradita dalla scuola in quanto istituzione…”.
La conclusione è nell’ultima frase di Paolo Beneventi: Non curare i dislessici dunque, perché si inseriscano nella scuola così com’è, ma curare la scuola, perché sia in grado di inserire i dislessici “così come sono”.
Non lo credete anche voi?
1 Comments
Vinicio Dolfi
E’ esattamente quello che penso. Credo che, per usare efficacemente la contraddizione dislessica per cambiare la società, si dovrebbe fare di tutto
per far conoscere il problema. Sui mass-media imperversano unicamente le
concezioni tradizionali della scuola. Si potrebbe far qualcosa per penetrarvi?
Dopotutto in una società democratica i mass-media dovrebbero dare spazio
a tutte le diverse concezioni; invece sulla scuola sono monotematici. Penso ad
iniziative, incontri, manifestazioni, per rivendicare visibilità alla contraddizione dislessica e a ciò che essa significa.
Per far conoscere una cultura scolastica diversa