La rete non finisce mai di stupirmi (positivamente, è chiaro!) o forse perchè le mie visite sono "obbligate" e seguono, un filo, non sempre lineare, ma pur sempre un collegamento che mi permette di fare scoperte sorprendenti!
Questa volta sono capitata nel blog di Paolo Beneventi, un animatore pedagogico, come si definisce lui stesso. Su Bambini oggi Paolo pubblica le sue esperienze, i suoi lavori e cose che dimostrano che ci sono persone come lui che nei bambini ci credono, credono nelle loro risorse, entrano nel loro mondo per parteciparvi senza disturbare...
Guardate voi stessi:
Tratto da un
articolo di Antonella Sparvoli.
Crescere un bambino in un ambiente fisicamente e intellettualmente stimolante ha diverse ricadute positive sulla sua salute fisica e mentale. Secondo uno studio pubblicato di recente sulla rivista Child Development, i bimbi che frequentano il nido e che vengono coinvolti dalle educatrici in attività guidate fanno più progressi nel linguaggio e nelle abilità matematiche di quelli che si dedicano prevalentemente al gioco libero. Mentre un altro studio recente riaccende i riflettori sui benefici non solo fisici dell’attività sportiva. La ricerca, pubblicata sulla rivista Brain Research, indica infatti che i bambini più sportivi e atletici a 9-10 anni hanno un ippocampo più grande rispetto ai coetanei pigri. E ottengono anche risultati migliori nei test di memoria.
Vi è mai capitato di vedere bambini che utilizzino tutte e due le mani indiscriminatamente? Uno studio scientifico condotto dagli psicologi dell’Imperial College di Londra su quasi 8000 bambini presi in esame in due distinti momenti della loro crescita. |
CRESCERE in una casa in cui si parlano due lingue avvantaggia il bambino, che non solo impara fin da piccolo a cavarsela fra quella di mamma e quella di papà nello stesso tempo in cui i suoi coetanei ne imparano solo una, ma acquista anche una marcia in più: le sue capacità cognitive sono più agili rispetto a quelle dei suoi coetanei monolingue.
E' da qualche tempo che ricevo domande sulla disprassia. Personalmente non mi occupo di questo disturbo in modo specifico, e quindi non posso dirvi niente di mio.
Ho però deciso di parlarne in questo articolo. C'è in Italia l'AIDEE (Associazione Italiana Disprassia dell’Età Evolutiva), con a capo la collega Letizia Sabbadini, esperta nel settore.
Potete andare sul suo sito e chiedere informazioni: www.aidee.it/
Cosa è la Disprassia?
La Disprassia viene generalmente inclusa nella definizione di DCD (Developmental Coordination Desorder), in italiano disturbi della Coordinazione Motoria, ovvero Disturbo nel quale le prestazioni in compiti di coordinazione motoria, fini o grosso motori, sono significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età e allo sviluppo intellettivo (DSM IV). E’ infatti riconosciuta come un disturbo congenito o acquisito precocemente che, pur non alterando nella sua globalità lo sviluppo motorio, comporta difficoltà nella gestione dei movimenti comunemente utilizzati nelle attività quotidiane (ad es. vestirsi, svestirsi, allacciarsi le scarpe) e nel compiere gesti espressivi (che servono a comunicare emozioni, stati d’animo); inoltre è deficitaria la capacità di compiere sia gesti transitivi (che comportano l’uso di un oggetto, abilità manuali ) che intransitivi (non rivolti ad un oggetto, a contenuto prevalentemente simbolico).