La respirazione orale (e non nasale) è un problema che afflige un numero sempre più alto di bambini. In Italia esiste anche un' Associazione che si occupa di questa problematica.
Una delle tante conseguenze della respirazione orale sono le difficoltà di concentrazione e di memorizzazione che si possono manifestano sin dai tempi della scuola,…
Studi retrospettivi che hanno analizzato i precursori dei disturbi specifici dell’apprendimento, hanno dimostrato che la maggior parte dei bambini dislessici presentavano difficoltà nello sviluppo del linguaggio nei primi anni di vita. I disturbi del linguaggio colpiscono il 5-6% dei bambini in età prescolare. Numerose ricerche che hanno cercato di individuare i fattori predittivi dei disturbi specifici dell’apprendimento in popolazioni normali hanno messo in evidenza una forte correlazione tra apprendimento della lettura e livello linguistico raggiunto alla scuola materna.
Dr. Maria Teresa Menegus
Foniatra
Generalmente tra i 12 e i 15 mesi il bambino usa le prime parole, dotate di significato, sia per denominare (parti del corpo, persone, segnali di saluto, etc.) sia per richiedere. A questa età la muscolatura della bocca è adeguatamente allenata e la comprensione è ben sviluppata (indica gli oggetti che gli vengono richiesti, esegue ordini semplici, …). Molto spesso le parole hanno un valore di vera e propria frase o possono assumere più significati se usati in contesti diversi e se vengono prodotte con differente intonazione della voce.
Sebbene il bambino usi una sola parola, tuttavia possiede già la frase organizzata a livello di pensiero. In questo periodo il linguaggio verbale e quello gestuale vengono utilizzati contemporaneamente ed il gesto può sostituire o rinforzare una parola od un verbo. Quando il bambino indica il frutto e contemporaneamente dice “mela”, in realtà denomina sia con la voce che con il gesto. Così come quando dice “da” e porge le mani, in realtà chiede sia con la voce che con il gesto. Al contrario, quando parola e gesto vengono utilizzati contemporaneamente ma ciascuno con diverso significato, il bambino sta formulando una frase a due termini.
«I numeri, per me, sono come amici che incontro dappertutto. Ciascuno è unico e ha una precisa personalità. L'11 è espansivo e il 5 è rumoroso, mentre il 4 è timido e silenzioso: è il mio numero preferito, forse perché mi ricorda me stesso. Hanno una forma, un colore e si muovono. L'1 è di un bianco accecante, il 5 è un rombo di tuono, l'89 mi ricorda la neve che cade dal cielo. Alcuni sono belli e altri brutti ma ai miei occhi sono tutti speciali. Ovunque vada e qualunque cosa faccia i numeri non sono mai lontani dai miei pensieri ». Così Daniel Tammet, nel libro Nato in un giorno azzurro, descrive la sua sofisticata percezione dei caratteri matematici.
La particolarità di Daniel è dovuta alla sindrome di Asperger, una forma di autismo che è stata resa famosa nel 1988 da Dustin Hoffman con il film Rain man, L'uomo della pioggia, vincitore di quattro Oscar. «Come il personaggio Raymond Babbit — spiega Tammet — anch'io ho un bisogno quasi ossessivo di ordine e di routine che si riflette in moltissimi dettagli quotidiani».
Pubblichiamo i punti principali del programma di Aspie For Freedom, il movimento di liberazione degli autistici. L’AFF ha scelto il simbolo dell’infinito per indicare l’autismo e rifiuta il puzzle, l’altro simbolo comunemente usato, perché favorisce l’idea che gli autistici siano in qualche modo “mancanti”.