Un nuovo anno è cominciato, tante cose sono passate con il vecchio. Sono giorni in cui tiro qualche somma e sono più propensa alla riflessione.
In particolare, negli ultimi giorni dell'anno, ho avuto modo di capire ancora una volta, quanto sia importante che le persone che lavorano con i bambini e i ragazzi adolescenti siano persone…
Ritorno ancora a parlare di Linee Guida pubblicate dal MIUR riguardanti gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento. Purtroppo mi sto rendendo conto, nella mia pratica quotidiana come logopedista che lavora in un ente pubblico e che si occupa di valutazione, che spesso il mondo della scuola, dopo la legge 170, ha eretto un muro ancora più alto per difendersi. Ma da cosa? Dalla paura del diverso, dall'ignoranza? Stanno accadendo le cose più strane e assurde: la richiesta continua da parte delle scuole (medie e superiori) di diagnosi aggiornate (anche prima dei 3 anni previsti dalla legge), come se il disturbo dovesse scomparire magicamente o variare in tempi brevi. La richiesta di "sapere cosa fare" fatta ai genitori i quali, poverini, non sanno cosa rispondere. Senza scordare gli atteggiamenti di negazione del problema attraverso i quali gli insegnanti vanno avanti per la loro strada oppure si "rassegnano" ad avere un dislessico in classe, così come successo nella mia città, con gravi conseguenze per il benessere psicologico dei ragazzi. E' questo quello che volevamo dalla legge 170?
C'è ancora tanto da fare....
Per questo continuo nella mia azione di evidenziare le parti più significative delle Linee Guida.
Oggi nella pagina delle Testimonianze ho trovato questo commento che ho deciso di pubblicare. E' la storia di una ragazza dislessica, ora 24enne.
Mi è sembrato importante perchè, come ben conclude la sua lunga testimonianza, si capisca che la dislessia non condiziona solo gli apprendimenti scolastici, soprattutto quando si "incontra gente ignorante", come dice lei…
Un altro brano tratto dal libro Le parole scappate, nel quale l'autrice si mette nei panni di un bambino dislessico e scrive:
Da quando tutti sanno che le parole mi volano via non è meglio di prima.
Cioè, da un certo punto di vista sì perchè le maestre mi stressano meno, ma sono…
Carl Honorè ha scritto due libri, entrambi tradotti in decine di lingue: ...E vinse la Tartaruga e Genitori slow. Entrambi sono una riflessione su uno stile di vita più umano, più vero.
Un'interessante intervista all'autore è apparse sulla rivista francese Silence, qualche mese fa, dedicando un numero dedicato a L'éducation lente. Il sottotitolo del libro in italiano è: Educare senza stress con la filosofia della lentezza.
Ne riporto il pezzo finale che mi è piaciuto particolarmente. L'intervista intera la trovate qui.
Le parole possono apparire, scomparire e anche scappare, come nell'ispirato libro dell'artista e illustratrice per bambini Arianna Palpini.
I protagonisti del suo Le parole scappate sono un bambino dislessico e la sua nonna, malata di Alzheimer. Ognuno chiuso in suo mondo di vissuti dolorosi in cui le parole, attraverso la delicatissima storia, sono alla ricerca di un loro significato profondo.
Un libro che parte da una storia vera, come si capisce dalla dedica in prima pagina. Un racconto a due voci, differenziate nel testo con due colori diversi: il nero per la nonna, il blù per il bambino. Un finale che porta verso una strada comune...
Qualche giorno fa mamma Catia aveva affrontato nel suo blog A scuola con Matilde l'argomento della comunicazione della diagnosi di dislessia ai bambini. Nella Guida alla dislessia per i genitori, pubblicato dall'AID, viene trattato anche questo argomento. Fra tutti i consigli che vengono dati (e che Catia riporta), ne cito alcuni che mi sembrano particolarmente "critici".
- Spiegategli che questo non è colpa sua, nè dei genitori o della scuola. E’ qualcosa che succede senza motivo, come avere i capelli di un determinato colore, o gli occhi azzurri.
Ho appena scoperto l'esperienza di Bruna nel suo blog. Bruna racconta:
"mi sono imbattuta sul sito dell'Aigam (Associazione Italiana Gordon per l'Apprendimento Musicale). Chiamai l'insegnante di riferimento della mia zona per iniziare una prova. Michelle aveva 3 mesi quando la portai alla prima lezione. Inizialmente non capivo bene, non mi ero informata moltissimo sul metodo. Sinceramente ero anche molto scettica. E invece, settimana dopo settimana mi rendevo conto di quanto Michelle stesse assorbendo, quanto rispondeva agli stimoli che riceveva."
Se vi siete incuriositi potete vedere questo video o leggere il libro Ascolta con lui, Canta per lui, anche con CD audio.
Non è sempre facile saper scegliere i libri per bambini, soprattutto per i più piccoli. Mi riferisco a quella fascia di età che va dai 3 ai 5 anni.
Le ricerche sull’utilità del massaggio nei bambini hanno mostrato i loro benefici anche a livello cognitivo. Ma quanto si può fare soprattutto per migliorare il legame genitore-bambino e per risolvere tanti piccoli malanni che possono trarre giovamento anche da un […]
E' appena cominciata la scuola e già per molti bambini sono arrivati i primi mal di pancia e i rifiuti a fare i compiti! E' dura per tutti, ma soprattutto per i bambini dislessici, soprattutto se gli insegnanti non sono disponibili ad un riento soft.
E' per questo che ho trovato utile riportarvi alcuni semplici suggerimenti della psicologa Maria Rita Parsi nel suo Manuale anti-ansia per genitori: