Due libri, uno di Maria Montessori, l'altro a lei ispirato: Educare alla libertà e Libertà e amore (con un assaggio di lettura qui).
Quello montessoriano non è solo un metodo educativo, è molto di più: è un modo di guardare il mondo e le creature che lo abitano con gentilezza e amore, nella consapevolezza che siamo tutti parte della stessa grande ragnatela...
Riporto un brano tratto dal libro di Maria Montessori Educare alla libertà:
Ho trovato in libreria un libro fantastico che ancora non ho letto: mi è bastato sfogliarlo per capirne i contenuti (anche perchè è ricchissimo di immagini!). Il libro di Beba Restelli, allieva di Bruno Munari, si intitola :Il gioco di Alfa e Beta, ed è il frutto di venticinque anni di esperienza e di scoperte dell'autrice.
La scrittura è vista come fonte di piacere, non solo come strumento prezioso di cultura e di conoscenza del mondo: è bella da vedere, perfino quando incomprensibile. Bruno Munari giocava con la scrittura, come la intendeva il poeta tedesco Novalis per cui “giocare vuol dire fare esperimenti con il caso”. L’artista inventa una scrittura, anzi pensa a un popolo di cui non conosciamo l’esistenza, ma di cui ci è pervenuta la scrittura ed ecco le Scritture illeggibili di popoli sconosciuti.
Scarabocchi, ancora scarabocchi... Quelli che facciamo mentre ascoltiamo qualcuno parlare o nella sala d'attesa del medico. Ma cosa significano?
«Attraverso questi schizzi si sfogano le proprie emozioni e si rappresenta per immagini quello che avviene all'interno di ognuno», spiega Evi Crotti, psicopedagogista e autrice del libro I disegni dell'inconscio (Mondadori) . «Se la parola è posta sotto il controlle dell'educazione, lo scarabocchio possiede un potenziale di comunicazione non verbale. E migliora anche la concentrazione». Uno studio del Medical Research Council della Cambridge afferma che scarabocchiare a briglia sciolta mentre si ascolta qualcuno aiuta a ricordare i dettagli del discorso.
Vi consiglio un libro uscito in estate: La scoperta del bambino di Maria Montessori, molto importante per chi vuole conoscere il metodo della celebre dottoressa e pedagogista. Centrali sono anche il tema della formazione dell'insegnante e la polemica contro i pregiudizi che pesano sullo sviluppo della mente infantile.
Il metodo montessoriano si basa…
di Paola Alagia
La dimensione ludica e la narrazione di storie, in gergo "storytelling", che siano favole o racconti, sono due approcci didattici insostituibili per l'insegnamento della lingua inglese a studenti con problemi di dislessia. Non senza, però, una buona predisposizione da parte dei maestri a stabilire un canale di comunicazione con i singoli interlocutori.
"Se la lingua è viva, e indubbiamente lo è, il suo primo scopo è quello della comunicazione, non importa se essa avviene soltanto o soprattutto nella forma orale. L'importante è attivare un canale che ci consenta di essere capiti da un interlocutore e di capirlo a nostra volta". Proprio da questa premessa è scaturito il lavoro di Claudia e Rossana Gabrieli in "Dyslexia. What is it?", uno studio ad hoc sull'insegnamento della lingua inglese ad allievi dislessici.
Vi riporto parte di un articolo trovato su Bambino Naturale della psicologa Federica Mazzoli, riguardante gli strumenti compensativi e dispensativi e l'autostima del bambino dislessico.