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IMPARARE E AUTOMATIZZARE LE TABELLINE CON TUBO’

tubo-pitagorico Vi ricordate Tubò? Andrea MaffiaAnna Baccaglini-Frank hanno pubblicato per la Erickson un libro che spiega come utilizzarlo. Imparare e automatizzare le tabelline è un percorso che, affrontato con i metodi tradizionali, può risultare lungo e poco entusiasmante per i bambini, con ripetizioni ed esercizi perlopiù meccanici e basati sulla memorizzazione. Imparare con il Tubò pitagorico propone un approccio profondamente diverso, molto più motivante e soprattutto più significativo.

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DISLESSIA: L’ARMA A DOPPIO TAGLIO DELLA BOCCIATURA

Ennesima telefonata di questi giorni: una mamma disperata perchè il figlio dislessico in I° Superiore è stato bocciato. Purtroppo non è l'unico ! I ragazzi dislessici arrivati alle Scuole Secondarie, di Primo e Secondo Grado, sembrano essere quasi tutti da bocciare. Possibile? Sono triste, amareggiata! Forse i miei figli si sono risparmiati tutto ciò solo…

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GUEST POST: I LAPBOOK DI GRETA BIENATI

ll Oggi è ospite sul mio blog Greta Bienati (che vi ho presentato qui), una presenza che sono convinta servirà sia ai genitori che agli insegnanti che mi seguono. Un grazie sincero a Greta.

Nel corso della prima elementare tutti gli sforzi dell'insegnante sono diretti all'insegnamento della lettura e della scrittura. I bambini devono per prima cosa imparare a leggere e a scrivere altrimenti, vi dirà l'insegnante, non è possibile fare nient'altro.

Un assunto all'apparenza ragionevole, che invece poggia su di un solido pregiudizio: ovvero che il canale privilegiato dell'apprendimento sia costituito dalla lingua scritta e che il principale strumento scolastico debbano essere i libri e i quaderni.

Le insegnanti della scuola materna, da parte loro, sanno bene che le cose non stanno affatto così: per tre anni hanno proposto ai bambini le attività e i contenuti più disparati e complessi senza mai utilizzare la lingua scritta, ma attraverso esperienze dirette, attività artistiche, uscite mirate.

Tutti questi strumenti, straordinariamente efficaci e potenti, vengono accantonati quando i bambini entrano a scuola, sono ritenuti “cose da asilo”, mentre l'unica istruzione valida diventa quella impartita attraverso i libri.

Si tratta di una perdita enorme, di una vera e propria deprivazione culturale. Questo atteggiamento limita e danneggia lo sviluppo intellettivo di tutti i bambini, e diventa particolarmente problematico con quegli alunni che non hanno nell'intelligenza verbale il loro canale di comunicazione privilegiato. Non si tratta solo dei bambini dislessici o di coloro che hanno delle diagnosi di DSA: molti adulti e bambini si relazionano con il mondo non attraverso il linguaggio verbale, ma attraverso un'attenzione alle immagini, allo spazio, al movimento, alla relazione interpersonale.

Una scuola davvero completa dovrebbe proporre una pluralità di linguaggi e di esperienze per consentire a ciascuno di accedere ai contenuti mediante il proprio canale privilegiato e poi, partendo da lì, di esplorare gli altri aspetti, arricchendo la propria esperienza.

Una didattica plurale, che comprenda, accanto ai libri, anche le attività artistiche e manuali, l'esperienza diretta, gli audiovisivi, il movimento, non è di beneficio solo per chi non privilegia l'intelligenza verbale, ma permette a tutti di svilupparsi in modo più completo, sano, flessibile.

Lavorare con un approccio plurale non significa affatto rinunciare ai contenuti. Possiamo continuare a svolgere i programmi previsti, modificando gli strumenti con cui li proponiamo.

Prendiamo come esempio la grammatica, che all'apparenza dovrebbe essere il regno del linguaggio verbale. Per lavorare sulle parti del discorso possiamo proporre un semplice racconto, ricco di immagini, che poi i bambini potranno illustrare e drammatizzare. Con dei materiali di recupero i bambini, divisi in gruppi, costruiranno il paesaggio del racconto, completandolo con i verbi, gli aggettivi, i nomi. La narrazione, l'immagine, la manipolazione permetteranno a tutti di comprendere i concetti fondamentali, ognuno secondo il suo canale privilegiato.

 Un percorso che utilizza molteplici fonti e attività richiede poi di essere sistematizzato e riordinato, così da diventare disponibile per lo studio e il ripasso. Uno strumento molto utile in questo senso è il lapbook, una sorta di cartelletta che contiene dei mini libri, di forma e dimensione differenti. Nel lapbook possiamo organizzare i contenuti appresi secondo una mappa concettuale, ovvero organizzandoli nello spazio. Utilizzando immagini, brevi testi, forme particolari, sarà possibile comprendere e memorizzare, senza bisogno di spiegazioni verbali.

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