Negli USA è stato presentato, il mese scorso, una ricerca riguardante l'intervento precoce per i bambini con disturbi della parola e del linguaggio. Secondo uno studio americano, infatti, molti di questi bambini - si stima il 60 per cento - non vengono diagnosticati fino all'asilo o anche più tardi.
I ricercatori del Computer Science e Artificial Intelligence Laboratory…
Sapete chi è il più grande paleontologo esperto in dinosauri? Si chiama Jack Horner ed è dislessico. Nel mio libro Le aquile sono nate per volare ho raccontato di come egli veda la dislessia: "una straordinaria caratteristica e non qualcosa che dovrebbe essere risolta, o guarita, o eliminata".
Come scritto anche su Wikipedia, Horner studiò…
Nel marasma generale di questi ultimi tempi, in seguito anche all'uscita della legge 170 sulla dislessia, mi sono resa conto che vanno fatte delle precisazioni sulla figura del logopedista che, per quello che io ricordi (mi sono diplomata/laureata nel 1986), è stata la prima figura professionale ad interessarsi concretamente di DSA, quando anche gli psicologici…
Oggi vi presento Sally e Bennet Shaywitz. Per chi non è uno studioso della materia è difficile che conosca questi due personaggi americani: marito e moglie, ricercatori e studiosi che da oltre 40 anni si occupano di dislessia. Autori di circa 300 pubblicazioni scientifiche sono co-direttori del neonato Yale Center for Dyslexia and Creativity. …
Riporto la posizione dell'Associazione Italiana Dislessia riguardo alle diagnosi di dislessia in Italia, anche dopo i recenti scambi di opinione in materia di diagnosi, come vi ho raccontato qui. Mi pare giusto che venga sottolineato, ancora una volta, l'importanza del protocollo da seguire (Consens Conference), ma anche il problema, ancora non risolto, delle diagnosi pubbliche o private.
L’orientamento che prevale oggi dice che "si nasce, vive e muore dislessici", anche se con una grande variabilità individuale nell’evoluzione del disturbo: alcuni adulti conservano una marcata dislessia, altri (definiti compensatori, il 45%) evitano di esporsi in situazioni pubbliche e utilizzano con successo strategie alternative alla lettoscrittura, altri ancora (definiti in ricerche in paesi anglofoni "recovered", il 20%), hanno recuperato ed il disturbo compare soltanto in casi di affaticamento o in situazioni in cui sono fortemente disturbati o confusi.
Sussiste, secondo la ricerca anglosassone di Littyinen del 1998, un 35% di dislessici "persistenti", che continuano a manifestare il disturbo in modo evidente.