Sono qui a parlare di diagnosi negli adulti, visto che nel mio libro La dislessia. Dalla scuola al lavoro nel terzo millennio , scrivo in maniera diffusa anche riguardo al tema della dislessia e il mondo del lavoro.
Il problema, in Italia, è che nonostante da poco più di un anno esistano due batterie di…
In questa realtà di scuola in DAD gli studenti "vulnerabili" sono quello che possono averne subìto maggiormente. È di questi giorni la notizia di un adolescente che si è suicidato in seguito ad un brutto voto, sebbene pare che non ci fossero stati precedenti segnali di difficoltà scolastiche.
Questa vicenda mi dà spunto per parlare…
1 - Non è dislessico
Se fosse dislessico non saprebbe leggere! Non è così... un Disturbo Specifico di Apprendimento può avere diverse sfaccettature e diversi tipi di compromissione delle abilità di lettura, scrittura e calcolo.
2 - Ora sono tutti dislessici!
Un altro tipico luogo comune dovuto al fatto che negli anni c'è stata una…
Tre parole, tre modi diversi per parlare dello stesso argomento: la dislessia. Lo spiega bene il Panel di Revisione della Consensus Conference Italiana (PRCC) nel 2011 auspicava e spiegava l'uso dei tre termini che designano la dislessia ( approccio Polinomico-Polisemico).
Tre concettualizzazioni che non sono in antitesi ma esprimono aspetti…
Tratto dall'Introduzione al libro La dislessia. Dalla scuola al lavoro nel terzo millennio.
È necessario che si continui a parlare apertamente di dislessia,
riferendosi ad essa non come a un’identità deficitaria ma come a
una risorsa preziosa, perché la dislessia non è un’etichetta, ma un
modo di essere che deriva da come si elaborano…
Quando parliamo di Disturbo Specifico di Apprendimento ci riferiamo, appunto, all'apprendimento scolastico: lettura, scrittura, calcolo e tutto ciò che ne è implicato: abilità linguistiche, abilità meta-fonologiche, abilità visuo-spaziali, memoria, attenzione.
L'apprendimento è un processo complesso e non si tratta solo di imparare un codice come la lettura e la scrittura.
Sottolineo questo perché ho letto in…
Negli USA è stato presentato, il mese scorso, una ricerca riguardante l'intervento precoce per i bambini con disturbi della parola e del linguaggio. Secondo uno studio americano, infatti, molti di questi bambini - si stima il 60 per cento - non vengono diagnosticati fino all'asilo o anche più tardi.
I ricercatori del Computer Science e Artificial Intelligence Laboratory…
Sapete chi è il più grande paleontologo esperto in dinosauri? Si chiama Jack Horner ed è dislessico. Nel mio libro Le aquile sono nate per volare ho raccontato di come egli veda la dislessia: "una straordinaria caratteristica e non qualcosa che dovrebbe essere risolta, o guarita, o eliminata".
Come scritto anche su Wikipedia, Horner studiò…
Nel marasma generale di questi ultimi tempi, in seguito anche all'uscita della legge 170 sulla dislessia, mi sono resa conto che vanno fatte delle precisazioni sulla figura del logopedista che, per quello che io ricordi (mi sono diplomata/laureata nel 1986), è stata la prima figura professionale ad interessarsi concretamente di DSA, quando anche gli psicologici…
Oggi vi presento Sally e Bennet Shaywitz. Per chi non è uno studioso della materia è difficile che conosca questi due personaggi americani: marito e moglie, ricercatori e studiosi che da oltre 40 anni si occupano di dislessia. Autori di circa 300 pubblicazioni scientifiche sono co-direttori del neonato Yale Center for Dyslexia and Creativity. …
Riporto la posizione dell'Associazione Italiana Dislessia riguardo alle diagnosi di dislessia in Italia, anche dopo i recenti scambi di opinione in materia di diagnosi, come vi ho raccontato qui. Mi pare giusto che venga sottolineato, ancora una volta, l'importanza del protocollo da seguire (Consens Conference), ma anche il problema, ancora non risolto, delle diagnosi pubbliche o private.
L’orientamento che prevale oggi dice che "si nasce, vive e muore dislessici", anche se con una grande variabilità individuale nell’evoluzione del disturbo: alcuni adulti conservano una marcata dislessia, altri (definiti compensatori, il 45%) evitano di esporsi in situazioni pubbliche e utilizzano con successo strategie alternative alla lettoscrittura, altri ancora (definiti in ricerche in paesi anglofoni "recovered", il 20%), hanno recuperato ed il disturbo compare soltanto in casi di affaticamento o in situazioni in cui sono fortemente disturbati o confusi.
Sussiste, secondo la ricerca anglosassone di Littyinen del 1998, un 35% di dislessici "persistenti", che continuano a manifestare il disturbo in modo evidente.