Mi sono resa conto in questi anni che la tecnica di lettura toglie spesso all'apprendista lettore il gusto di leggere. E su questo ormai si è discusso parecchio. Come sulla necessità di dare libri ai bambini ancora in età precoce.
Tararì tararera di Emanuela Bussolati, è un divertentissimo libro per bambini da 0 a 6 anni. Premiato come Miglior Libro 0/6 anni all’interno del Premio Andersen.
È scritto, per l’appunto, in una lingua inventata, nata dal lungo ascolto dell’universo dei bambini. Ecco un modo per coinvolgere con una voce narrante partecipe e allegra, un modo diverso di far amare i libri ai bambini piccoli.
Come ci spiega l'autrice nel Blog Terre di mezzo:
Guardate questo originalissimo video fatto da un giovane dislessico: a modo suo ci spiega come si è sentito a scuola e il rapporto con i suoi compagni, la voglia di dimostrare la sua intelligenza e il saper fare oltre il saper leggere e scrivere.
E' con grandissima gioia e riconoscenza alla Professoressa Lucia Maria Collerone che pubblico un suo Guest Post sul metodo Libera...mente imparo da lei creato.
di Lucia Maria Collerone
La scuola primaria ha il dovere di garantire la sua azione mirata, intenzionale e professionale al raggiungimento degli obiettivi istituzionali che riguardano l’acquisizione della letto scrittura e del calcolo, attraverso la scelta di un metodo e di una didattica che favorisca e faciliti tale apprendimento in ogni alunno.
I metodi tradizionali d’insegnamento della letto scrittura non sembrano garantire a tutti i bambini la certezza di basi cognitive solide per la decodifica della letto scrittura. Tale mancanza viene spesso mascherata da apprendimenti strumentali reputabili anticipatori ed eccellenti, ma che si evidenzia nel futuro scolastico con un rifiuto, a volte drastico, della scuola e delle attività di apprendimento correlate.
Le parole possono apparire, scomparire e anche scappare, come nell'ispirato libro dell'artista e illustratrice per bambini Arianna Palpini.
I protagonisti del suo Le parole scappate sono un bambino dislessico e la sua nonna, malata di Alzheimer. Ognuno chiuso in suo mondo di vissuti dolorosi in cui le parole, attraverso la delicatissima storia, sono alla ricerca di un loro significato profondo.
Un libro che parte da una storia vera, come si capisce dalla dedica in prima pagina. Un racconto a due voci, differenziate nel testo con due colori diversi: il nero per la nonna, il blù per il bambino. Un finale che porta verso una strada comune...
Qualche giorno fa mamma Catia aveva affrontato nel suo blog A scuola con Matilde l'argomento della comunicazione della diagnosi di dislessia ai bambini. Nella Guida alla dislessia per i genitori, pubblicato dall'AID, viene trattato anche questo argomento. Fra tutti i consigli che vengono dati (e che Catia riporta), ne cito alcuni che mi sembrano particolarmente "critici".
- Spiegategli che questo non è colpa sua, nè dei genitori o della scuola. E’ qualcosa che succede senza motivo, come avere i capelli di un determinato colore, o gli occhi azzurri.
Ancora qualche informazione sull'importanza dello scrivere (corsivo o stampato), dell'uso di penna o del PC.
Secondo quanto avevo già riportato, esercitarsi con la penna e con la tastiera sono due attività che coinvolgono aree diverse del cervello, tutte importanti.