Il feto ricorda i suoni e le voci che sente durante la gravidanza, è in grado di riconoscerli anche dopo nato, reagendo differentemente agli stimoli che essi procurano al suo cervello. Questa è la notizia derivante da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coordinati da Eino Partanen dell’istituto di scienze comportamentali dell’università di Helsinki in Finlandia (la ricerca è stata pubblicata dalla rivista dell’accademia delle scienze americana Pnas) e che si pensa possa prevenire disturbi legati al linguaggio, compresa la dislessia.
Un nuovo studio di imaging cerebrale sulla dislessia mostra che le differenze nel sistema visivo non siano la causa del disturbo, ma invece è probabile che ne siano una conseguenza.
I risultati, sono stati pubblicati a giugno sulla rivista Neuron.
"I nostri risultati non escludono la presenza di questo specifico tipo di deficit visivo", dice l'autore senior Guinevere Eden, PhD, direttore del Centro per lo Studio dell'apprendimento presso la Georgetown University Medical Center (GUMC) e past-president della dislessia Internazionale Associazione. "In effetti i nostri risultati confermano che le differenze esistono nel sistema visivo dei bambini con dislessia, ma queste differenze sono il prodotto finale della lettura, se confrontato con i lettori tipici, e non sono la causa dei loro problemi di lettura."
Gli e-book "aperti", cioè leggibili anche dalla sintesi vocale, sono una grande risorsa per i dislessici.
Tuttavia anche gli e-book "chiusi", quelli cioè nati solo per essere letti da un "reader" o un tablet sono risultati agevolare la lettura degli anziani.
Infatti un recente studio realizzato da un gruppo di ricercatori americani ha condotto una ricerca su due gruppi di persone, adulti di età compresa tra i 60 e i 70 anni e giovani di età compresa tra 21 e 34 anni. Lo studio ha utilizzato in combinazione le misurazioni EEG e eyetracking, ovvero monitoraggio dell’attività celebrale e numero di fissazioni (ossia movimenti oculari), due parametri considerati appunto per verificare se la lettura da supporti digitali richiede uno sforzo cognitivo superiore rispetto a quello richiesto dalla lettura di libri tradizionali.
Quest'anno mi sono concessa un viaggio al Nord Europa e precisamente a Copenhagen e dintorni.
Ne parlo in questo blog perchè tra le cose che mi hanno affascinato della Danimarca (scenari mozzafiato, le casette a mattoncini o di legno, la pulizia e l'ordine delle città, il design e l'architettura, la cultura) è la massima attenzione all'infanzia.
Vi spiego: la prima cosa che salta all'occhio sono gli autobus, grandi, nuovi, con un'ampio spazio per accogliere passeggini e carrozzine, tanto che sono frequentatissimi da giovani mamme (lì le mamme sono giovani perchè il governo aiuta le coppie che hanno figli) con i loro pargoli, anche piccolissimi. Non solo: i bambini di età inferiore ai 12 anni accompagnati da un adulto viaggiano gratuitamente sui mezzi di trasporto pubblico. I bambini fra 12 e 15 anni possono utilizzare biglietti a tariffa ridotta (che costano la metà dei biglietti interi) e due bambini di età inferiore ai 16 anni possono viaggiare con un biglietto a tariffa intera.
Un nuovo font gratuito che aiuta il processo di lettura. Così scrivono gli autori:
Abbiamo deciso di pubblicare il carattere come carattere libero perché pensiamo che sia inutile dare risposte univoche a un problema specifico.
Se avete suggerimenti o bisogni specifici, siete invitati a scriverci, saremo felici di avere consigli per espandere la font o…
Se gli studi di genetica riguardanti il linguaggio nei bambini ci confermano che esso è influenzato dai geni (ad esempio le bambine parlano meglio e di più dei bambini grazie ai più alti livelli di proteina FOXP2 nell’area 44 di Brodmann) è anche vero che i genitori possono fare molto perchè evolva nel modo migliore.
Una nuova ricerca americana fa emergere l'importanza degli "indizi non verbali", cioè quella comunicazione che avviene attraverso il corpo.