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SCUOTERE UN NEONATO SIGNIFICA MALTRATTARLO!

3214db970e136a3fa67a8b860dc1127euniqueidcmcimage1 E' una notizia molto triste ma devo parlarne perchè tanti, come me, non sanno che esiste una sindrome, la Sindrome del Bambino Scosso (Shaken Baby, SBS), e che a causa di ciò un neonato versa in gravi condizioni a Torino. Questo può accadere quando un genitore, esasperato dal pianto prolungato del bambino, lo scuote energicamente. La Sindorme BS è considerata una grave forma di maltrattamento del neonato, anche se spesso i genitori non vogliono recare danno al bambino ma farlo smettere di piangere. Quanti genitori sanno questa cosa? Solo il 30%! Questo tipo di azione "aggressiva" può causare danni permanenti a livello neurologico, se non addirittura la morte del neonato. C'è anche una variante di questa sindrome, shaken impact, dove il bambino oltre ad essere scosso è letteralmente scaraventato sul letto o addirittura su piani solidi. Su Educabimbi si legge:

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LO YOGA PER BAMBINI E ADOLESCENTI SPECIALI DI YLENIA MALTI

l Oggi vi parlo di una persona davvero speciale: Ylenia Malti. Dopo un incontro con un bambino affetto da lissencefalia, intraprende l’insegnamento dello Yoga ai bambini e agli adolescenti con bisogni speciali e crea un metodo flessibile e adattabile alle molteplici esigenze della disabilità Ylenia si racconta:

Un giorno una mamma mi ha contattata con una richiesta che mai avrei immaginato: praticare Yoga con Alessandro, il suo bambino cerebroleso di 6 anni.

Ale ha una malformazione cerebrale congenita chiamata Lissencefalia parziale ed è seguito, sotto molteplici aspetti, da un’ equipe di medici americani.

Nel momento in cui la sua mamma mi ha trovata, apparentemente per caso, Ale soffriva di anemia e i suoi medici avevano suggerito la pratica Yoga per ristabilire i livelli di emoglobina. Ma non solo: questa malformazione crea disturbi respiratori e lo Yoga avrebbe aiutato Ale ad “imparare” a respirare regolarmente ed autonomamente.

Ricevere questa richiesta è stato emozionante e sorprendente allo stesso tempo; mi sono chiesta come avrei potuto praticare Yoga con un bambino così particolare, che non avrebbe potuto eseguire una serie di movimenti e posizioni, che non poteva parlare. Abbiamo cominciato… e passo dopo passo o, meglio, respiro dopo respiro, quel bambino speciale imparava tanto e, cosa meravigliosa, si divertiva tantissimo!

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DSA BOARD: UNA PIATTAFORMA PER BAMBINI E DOCENTI

DSA board Dopo un anno e mezzo di lavoro, grazie alla Fondazione Vodafone Italia, l'associazione Area pubblica  la nuova piattaforma web dedicata ai disturbi specifici dell’apprendimento: DSABoard. DSABoard raccoglie, in un unico portale web, i principali strumenti multimediali a supporto dello studio di bambini e ragazzi con difficoltà dell’apprendimento. Vi si accede mediante tablet, smartphone e pc con una semplice registrazione. I ragazzi possono esplorare liberamente DSABoard oppure essere accompagnati nella creazione di un percorso di studio personalizzato dai loro insegnanti o operatori. Pensata per bambini e ragazzi dai 9 ai 13 anni, oltre a riunire strumenti compensativi e utili per lo studio, consente agli operatori di monitorare anche online i progressi dei bambini ed è concepita per accogliere progressivamente nuovi contenuti e strumenti.

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LIBRO: LA DIDATTICA PER I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

getty_rf_photo_of_sharpened_colored_pencils Dall'uscita della Circolare Ministeriale n. 8, a marzo, relativa alle Indicazioni operative sulla Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, qualcosa sembra si stia muovendo. Ma c'è bisogno che la scuola si aggiorni. Per questo consiglio, a tutti gli insegnanti, di leggere il libro di Ianes e Macchia La Didattica per i Bisogni Educativi Speciali. Strategie e buone prassi di sostegno inclusivo. Guide per l'educazione speciale. Gli alunni con BES, sono quegli alunni per i quali, pur in assenza di diagnosi o certificazione clinica, possono essere predisposti dei progetti educativi didattico personalizzati (PDP), tra i quali, oltre a quelli con disabilità e con Dsa, sono compresi anche gli studenti con disturbi evolutivi specifici e che hanno uno svantaggio culturale, sociale o linguistico. Il primo tema affrontato dagli autori è come leggere e comprendere tali bisogni, fondando l’analisi sul modello antropologico e sugli ambiti di sviluppo dell’ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo aver letto i bisogni occorre però saper favorire gli apprendimenti e la partecipazione in modi efficaci, soprattutto in situazioni complesse.

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