Una ricerca americana del Vanderbilt Brain Institute ha dimostrato, per la prima volta, la difficoltà che i bambini con autismo hanno ad elaborare simultaneamente quello che vedono e ciò che ascoltano, nel loro cervello i segnali uditivi e visivi non corrispondono. In sostanza, la loro condizione è simile a quella di uno spettatore che assiste un film straniero…
Ritengo che si parli sempre troppo poco delle problematiche relative all'adolescenza, in un momento di cambio culturale e di nuovi stili di vita. Se la relazione fra adolescente e genitore sembra essere oggi meno conflittuale questo non significa che ci sono meno problemi da parte degli adulti a comprendere il loro mondo e a dare loro delle risposte sul futuro.
Me ne rendo conto adesso che il mio primo figlio ha dovuto affrontare la realtà del lavoro e, anche se non più adolescente, la mia impressione è che la sua sia stata un'adolescenza prolungata, sebbene già "autonomo" da un pezzo. Il lavoro se l'è "costruito" da sè, visto che ha iniziato un'attività commerciale, ma grazie al supporto economico di un "mecenate". Senza di lui Lorenzo non avrebbe potuto cominciare la sua esperienza lavorativa!
Per il mio secondogenito, invece, siamo al momento della scelta dell'università, dato che quest'anno ultimerà la Scuola Superiore. E anche qui, profonda incertezza e insoddisfazione, visto l'alto tasso di disoccupati in Italia e le scarse possibilità che offre la piccola città del su dove viviamo.
Mi sono chiesta: come deve comportarsi un genitore per incoraggiare un figlio a "riconoscere" i propri talenti e a realizzare i propri sogni? Ho trovato molto interessante questa intervista al noto psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet. Ecco cosa risponde in merito alla domanda del giornalista:
Gli studiosi continuano ad essere attratti dal tema della dislessia e a studiare come funziona il cervello dei dislessici confrontato con quello dei normolettori.
Ed ecco che l'ultima ricerca dell' Università Cattolica di Leuven, pubblicata qualche giorno fa su Science, ci dice che il problema sarebbe dovuto a "connessioni cerebrali difettose".
E se anche i Musei fossero luoghi accessibili a tutti, ma proprio tutti? Perchè, come sempre, l'importante è che ognuno riesca a prendere da un'esperienza quello che riesce, quello che può, quello che gli è utile per la sua vita...
Vi dico questo perchè mi piace molto l'iniziativa in rete di Musei senza Barriere.
Voglio segnalare un'iniziativa unica nel suo genere, quella dall'Associazione di cui faccio parte, Yin-sieme, che promuove questo mese l’iniziativa dedicata alla prevenzione contro la “violenza assistita”, ossia all’esposizione dei bambini ai conflitti familiari, realizzando una campagna di informazione.
L’esigenza è nata dalla convinzione che, seppure da diversi anni una commissione di studio del CSMAI (Coordinamento Italiano dei…