Articolo tratto da Un pediatra per amico scritto da Sonia Bozzi.
Le mani sanno leggere
Diversi anni fa, a metà degli anni ’80, un grandissimo scrittore immaginava l’uomo del futuro senza naso, incapace di sentire gli odori. Lo scrittore si chiamava Italo Calvino ed era tanto preoccupato per la perdita di conoscenza sensoriale da decidere di scrivere cinque racconti, ognuno dei quali dedicato ad un senso. Poi morì, e l’opera rimase incompiuta. Ma la preoccupazione doveva essere diffusa perché già qualche anno prima Bruno Munari organizzava i suoi laboratori per bambini, convinto che l’educazione sensoriale fosse importante come quella linguistica o musicale e che andasse insegnata nelle scuole. Munari sosteneva che finché siamo bambini i nostri recettori sensoriali rimangono ben aperti, per ricevere, assimilare, elaborare, imparare, per distinguere, cogliere le sfumature. Diventati adulti non impariamo più niente, i nostri sensi si atrofizzano, lentamente. Soltanto la ragione e il profitto riescono a dirci qualcosa.
Ho trovato in libreria un libro fantastico che ancora non ho letto: mi è bastato sfogliarlo per capirne i contenuti (anche perchè è ricchissimo di immagini!). Il libro di Beba Restelli, allieva di Bruno Munari, si intitola :Il gioco di Alfa e Beta, ed è il frutto di venticinque anni di esperienza e di scoperte dell'autrice.
La scrittura è vista come fonte di piacere, non solo come strumento prezioso di cultura e di conoscenza del mondo: è bella da vedere, perfino quando incomprensibile. Bruno Munari giocava con la scrittura, come la intendeva il poeta tedesco Novalis per cui “giocare vuol dire fare esperimenti con il caso”. L’artista inventa una scrittura, anzi pensa a un popolo di cui non conosciamo l’esistenza, ma di cui ci è pervenuta la scrittura ed ecco le Scritture illeggibili di popoli sconosciuti.
Daniel Radcliffe è l'attore che è diventato famoso per la saga di Harry Potter. Due anni fa ha dichiarato, in un'intervista, di essere affetto da una forma leggera di disprassia, che spesso rende incapaci di compiere movimenti coordinati e che, a volte, viene confuso con la goffaggine.
Ma come ha avuto inizio la carriera di Daniel?
Inizialmente i…
Dodici piccoli libri di carta, di cartoncino, di cartone, di legno, di panno, di panno spugna, di friselina, di plastica trasparente; ognuno rilegato in maniera diversa.
Dal retro di copertina dei Prelibri, la migliore descrizione che possa essere data di questo incredibile strumento-libro-gioco. Ogni libro una sorpresa, un colore, una forma, un materiale, ma soprattutto, neanche…
Si potrebbe progettare un insieme di oggetti che sembrano libri, ma che siano tutti diversi per informazione visiva, tattile, materica, sonora, termica, ma tutti dello stesso formato come i volumi di una enciclopedia, che però contiene tutto il sapere o perlomeno molte informazioni diverse. Questi libretti, piccoli perché devono stare agevolmente nelle mani di un bambino di tre anni, potrebbero essere costruiti con materiali diversi, con rilegature diverse, con colori diversi naturalmente, e su ogni libretto ci sarà un unico titolo uguale per tutti: libro.
Animali della foresta, della savana, del bosco, animali della stalla e del cortile, direttamente importati da favole antiche o fiabe moderne, animali effigiati in una raccolta di tessere, in elegante custodia.
Questo è Il gioco delle favole di Enzo Mari, Edizioni Corraini.
Quarantasei gli esemplari rappresentati, su entrambi i fronti di ciascuna delle sei tavole offerte. A carte sciolte, incise sopra e sotto, fessurate per essere incastrate l’una all’altra a piacimento, per ricostruire ambienti che riproducono la realtà come documentari o per creare teatri del tutto fantastici, dove è consentito a bambini e grandi di inventare una favola, mescolando gli elementi a disposizione. Perché accanto al soggetto principale, che occupa la parte centrale della tessera (leone o cavallo, puma o gallina, formichiere o poiana, volpe o orso…) s’affacciano altri soggetti complementari (il sole e la luna, uno scarpone e una gabbia, nove bambù, cinque sassi, una mela…) pronti a offrirsi per integrare una storia che è sul punto di essere inventata.
Un altro meraviglioso esempio di alfabetiere, questa volta dell'artista Marion Bataille. In questo libro l'alfabeto è in 3D.
Tanti modi di fare l'alfabeto, si sono cimentati artisti di vario genere con risultati sorprendenti. Sì, perchè l'alfabeto ha sempre ispirato la fantasia, legato al fatto che le lettere hanno qualcunchè di magico, di primordiale, sono l'origine del linguaggio, delle parole, sono immagine e suono.
Interessante far giocare i bambini con questi alfabetieri che…
Gianni Rodari a trent’anni dalla morte e a novant’anni dalla nascita. Infatti era nato il 23 ottobre 1920 a Omegna, nei pressi del Lago d’Orta. Muore il 10 aprile del 1980 a Roma. Rodari è stato uno scrittore che è riuscito a trasformare radicalmente la letteratura per l’infanzia, ovvero quella letteratura che ha intessuto un dialogo costante con le generazioni scolarizzare. Quelle generazioni che hanno attraversato stagioni impegnate e particolari della vita italiana. Quelle generazioni che ben si sono confrontate con la lezione di don Lorenzo Milani e che sono andate oltre sia in termini esistenziali sia sul piano di un raccordo tra metodologia educativa e cultura.
Brano tratto da
AUTOPRESENTAZIONE
(mostra del libro italiano per l’infanzia e la gioventù: Monaco di Baviera, 1977)
...L’ideale sarebbero libri capaci di impegnare, divertire, sfidare, mettere in moto tutte le energie della personalità infantile così come riesce a fare un buon giocattolo. Chiarisco ancora: non vorrei mai che un bambino lasciasse la sua palla, o il suo pallone, per leggere un libro, ma che fosse così contento, così intero nella lettura come è contento e intero nel gioco.
Rodari quest'anno avrebbe fatto 90 anni. Per ricordare l'opera e il pensiero di questo uomo "bambino" ho deciso di dedicargli alcuni articoli. Questo è il primo.
...Le condizioni di una lettura disinteressata e veramente educativa sono molte e complesse, e assai raramente si realizzano nella scuola. Personalmente non sarei capace di esporle in modo ordinato e convincente. Posso accennare ad alcune che mi sembrano particolarmente importanti.
La prima è questa: che la lettura sia, in qualche misura, fine a se stessa, come il gioco.
Quando il maestro, durante gli ultimi dieci minuti di lezione, prima che suoni il campanello, premia l’attenzione o il buon lavoro della scolaresca leggendo qualche pagina di Pinocchio o di Robinson Crusoe, egli considera quei momenti probabilmente come una semplice distensione.
Al contrario, invece, è assai difficile che in quella mattinata egli abbia fatto qualcosa di più utile.
Trovo davvero grandiosa l'idea dalla quale nasce l'ultimo lavoro di Bruno Tognolini, il libro Rime di Rabbia. Cinquanta invettive per le rabbie di tutti i giorni.
Quanta rabbia inespressa cova e marcisce nel cuore dei bambini e anche in quello di noi adulti. Ma la rabbia fa paura, perchè…