Un sito incredibile in cui sono raccolti oltre 1500 di video…
Ancora un breve brano tratto da Dicono che sono Asperger di P. Cornaglia Ferraris:
Oggi mi hanno detto che ho un disturbo che si chiama “Asperger”, o almeno credo che si scriva così. Io non sono proprio convinto di avere un disturbo e anzi credo che il disturbo ce l’abbiano gli altri, cioè loro, quelli che non si interessano di animali, oppure usano “giochi di parole”, che sarebbero frasi che non vogliono dire nulla, fatte apposta per confondermi…
Una storia che vale la pena conoscere da vicino quella di Giusi Spagnolo che, a 26 anni si è laureata con 105/110 in Lettere a Palermo. Ma fino a qui potrebbe sembrare niente di eccezionale, se non fosse che Giusi è una donna down.
A proposito di figli adolescenti: è vero che non sono tutti uguali, ma la fase della ribellione l'hanno avuta entrambi i miei figli, anche se manifestata differentemente e con tempi diversi. Ricordo di averla avuta anche io (molto, ma molto tempo fa :), sebbene fossi una ragazza "ragionevole"!
E' per questo che dopo aver letto questo articolo ho avuto conferma del fatto che sia una cosa del tutto normale e che fa parte del loro personale percorso di crescita.
Nell'articolo di David Vagni su L'Ottimista la metafora del ghepardo per parlare dei bambini ad "alto potenziale", in inglese Gifted, è affascinante e concreta. In particolare sono i bambini che sono anche "diversamente dotati" a pagare le peggiori conseguenze e a non veder riconosciuti i propri pregi.
Vi consiglio di leggere l'articolo per intero qui (di seguito ne riporto una parte):
Un gioco interattivo aiuta i bambini affetti da ASD a riconoscere volti ed emozioni Si chiama “FaceSay” ed è un nuovo gioco di abilità che sembra migliorare la capacità di apprendimento di molti bambini. In particolare, il gioco ideato da Symbionica, LLC, sembrerebbe essere d’aiuto per i piccoli affetti da disturbi dello spettro autistico (ASD) che riconoscerebbero meglio i volti, le emozioni e le espressioni facciali.
Parlare di persone come i dislessici o gli asperger non è facile: perchè? Perchè noi, i così detti "neurotipici", mal accettiamo il confronto con chi ha una diversità neurobiologica e non riusciamo ad empatizzare con loro. Eppure è quello che pretendiamo dagli altri: che comprendano sempre quello che diciamo e che vogliamo da loro!
Mi voglio soffermare sulle persone con la Sindrome di Asperger, nel modo in cui le definisce il dottor Paolo Cornaglia Ferraris:
"Che rapporto hai avuto con la scuola? Cosa ti ha realmente insegnato che ancora oggi ti è indispensabile?
In cosa sei diverso come genitore dal modello dei tuoi genitori? Come aiuti tuo figlio a diventare una persona "educata", a sviluppare il pensiero creativo? A cosa serve la scuola nella vita di tuo figlio?"
Queste sono le domande che ogni genitore dovrebbe farsi e che si fa anche Palmy, genitore e insegnante, nel suo blog Mens Sana e che sono legate alla sua iniziativa Love of Learning, di cui ho avuto già occasione di parlarvi.
La Consensus Conference sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento è un evento promosso dall' Associazione…
Venire a contatto con una persona con la Sindrome di Asperger porta a ripensare a quanti "preconcetti" abbiamo noi neurotipici. Infatti, come è scritto su L' Ottimista:
Tra i tanti luoghi comuni legati alla crescita dei bambini c'è quello che dovrebbero essere sempre tranquilli, sereni, non disturbare, dormire tutta la notte prima possibile, finire tutto quello che hanno nel piatto, stare fermi.
Quando i miei figli erano piccoli (e mica poi tanto!) mi sono sempre sentita molto in colpa e inadeguata perchè dormivano poco e nel lettone, perchè volevano stare in braccio, mangiavano con le mani... insomma, non erano il massimo di quello che uno pensi sia un bambino "tranquillo ed educato". Al contrario sono sempre stati molto autonomi, socievoli e con gusti ben precisi. Ma quando possiamo dire che un bambino è "viziato"?
A questa domanda risponde un libro della scrittrice Alessandra Bortolotti:
I bisogni dei bambini non sono vizi.
Ancora un'invenzione che, se ben usata, può essere di aiuto a quei bambini che desiderano ascoltare la voce di un loro caro (ad esempio un nonno che vive lontano) mentre gli racconta una storia.
Si tratta del lettore AnyBook di Franklin Discover. Questo strumento riesce con un'unica funzione, a differenza di applicazioni per Ipad e giochini per pc , ad alleggerire il distacco tra bambino e genitore e a migliorare le sue capacità di lettura e di comunicazione.