Uno studio dell'Ohio State University, ha dimostrato che i genitori che mettono in evidenza le parole e le lettere ai loro figli, leggendo ad alta voce, rafforzano le capacità di lettura dei giovani alunni quando saranno più grandi.Mostrando le lettere maiuscole, come si legge da sinistra a destra e dall'alto in basso migliora anche l'ortografia dei bambini e le competenze linguistiche di comprensione.
Oggi voglio parlarvi di una pratica, molto utile e davvero facile, che ogni genitore dovrebbe conoscere e utilizzare con il proprio figlio dislessico: il Paired reading, ovvero "leggere insieme". Questa pratica aiuta il bambino ad avvicinarsi alla lettura di un libro in modo più "dolce" e con il sostegno del genitore.Questa metodica, pubblicata nella Guida alla Dislessia per i Genitori dell'Associazione Italiana Dislessia alle pagine 47-48-49.Ebbene, come si fa?
Uno degli articoli del mio blog più letti e commentati, dell'anno appena trascorso, è Riconoscere la Discalculia.Tante, negli ultimi tempi, le richieste di aiuto di giovanissimi, a tal proposito, con storie disastrose, dove la convinzione di avere "qualcosa che non va" è fortissima, alimentata dalla scuola e, a volte, anche dai genitori.Ma è possibile che è così difficile riconoscere la possibilità che un ragazzo che studia, si impegna, prende lezioni private, abbia delle difficoltà reali legate ad un Disturbo Specifico di Apprendimento?C'è da fare un'altra considerazione: la didattica della matematica in Italia non è delle migliori. E questo è ancor più grave, per cui un numero altissimo di studenti ha difficoltà in matematica, pur non essendo discalculici.Il professore Giacomo Stella spiega bene i sintomi della discalculia:
Ritengo che si parli sempre troppo poco delle problematiche relative all'adolescenza, in un momento di cambio culturale e di nuovi stili di vita. Se la relazione fra adolescente e genitore sembra essere oggi meno conflittuale questo non significa che ci sono meno problemi da parte degli adulti a comprendere il loro mondo e a dare loro delle risposte sul futuro.Me ne rendo conto adesso che il mio primo figlio ha dovuto affrontare la realtà del lavoro e, anche se non più adolescente, la mia impressione è che la sua sia stata un'adolescenza prolungata, sebbene già "autonomo" da un pezzo. Il lavoro se l'è "costruito" da sè, visto che ha iniziato un'attività commerciale, ma grazie al supporto economico di un "mecenate". Senza di lui Lorenzo non avrebbe potuto cominciare la sua esperienza lavorativa!Per il mio secondogenito, invece, siamo al momento della scelta dell'università, dato che quest'anno ultimerà la Scuola Superiore. E anche qui, profonda incertezza e insoddisfazione, visto l'alto tasso di disoccupati in Italia e le scarse possibilità che offre la piccola città del su dove viviamo.Mi sono chiesta: come deve comportarsi un genitore per incoraggiare un figlio a "riconoscere" i propri talenti e a realizzare i propri sogni? Ho trovato molto interessante questa intervista al noto psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet. Ecco cosa risponde in merito alla domanda del giornalista:
Gli studiosi continuano ad essere attratti dal tema della dislessia e a studiare come funziona il cervello dei dislessici confrontato con quello dei normolettori. Ed ecco che l'ultima ricerca dell' Università Cattolica di Leuven, pubblicata qualche giorno fa su Science, ci dice che il problema sarebbe dovuto a "connessioni cerebrali difettose".