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MR. IKEA: GENIALE… SEMPLICEMENTE DISLESSICO!

 
“Se pratico il lusso, non posso predicare il risparmio. E' una questione di buona leadership”. Un imperativo categorico che fa da biglietto da visita. Su di esso c’è il nome di un uomo battezzato Ingvar Kamprad, cresciuto nella fattoria Elmtaryd, all’interno del villaggio di Agunard (Svezia). Mettete insieme le iniziali dei quattro nomi ed ecco venir fuori la sua creatura: IKEA. Per il magazine Veckans Affarer è l’uomo più ricco del mondo. Forbes lo piazza al quarto posto (al primo c’è Bill Gates). Tuttavia la primavera del 2005, con la perdita di valuta del dollaro americano ha consegnato a Kamprad la testa indiscussa della classifica dei plurimiliardari planetari stimando la sua fortuna a 28 miliardi di dollari americani (anche se per il provider tedesco T-Online i miliardi sono 53).

PROGETTO KIDZDREAM: REGALIAMO SOGNI AI BAMBINI

 
È stato presentato l’11 dicembre a Roma il sito internet Kidzdream, un progetto multimediale che permetterà di navigare tra filmati di bambini di ogni parte del mondo, che raccontano i loro sogni. Dall’idea del regista Stefano Scialotti e con l’aiuto di un’equipe di esperti e psicologi, nasce sulla rete uno spazio incantato, fatto di mostri e fate, di tante emozioni ingenue e potenti, che permetterà ai bambini di rendersi protagonisti di una grande azione umanitaria. Linfa dell’arte, puro atto creativo, custode del sonno, il sogno da sempre affascina l’essere umano per la capacità di svincolarsi dai principi del pensiero logico e dalla connessione con la realtà. In particolare con i bambini si è verificata una vera e propria apertura di canali comunicativi eccezionali nel momento in cui è stato richiesto loro di raccontare il sogno che meglio ricordavano o che più li aveva emozionati. Inoltre la capacità comunicativa dei bambini permette una completa trasmissione di tutti gli elementi affettivi legati all’esperienza onirica soprattutto quando non caricata dalle sovrastrutture imposte dalla società. Proprio per questo, le registrazioni verranno effettuate nei luoghi di gioco dei bambini, nelle scuole e in alcuni casi nei loro villaggi.
 

LA FILASTROCCA COME STIMOLO PER LE PRIME RELAZIONI

 
 
Il gioco infantile è un'attività fondamentale per un armonico sviluppo, poiché attraverso il gioco, il bambino, anche molto piccolo, indaga, studia, scopre ed entra in contatto con il mondo che lo circonda. Quando si è in contatto con bambini molto piccoli, i modi di comunicare cambiano rispetto ai normali modi di comunicazione tra adulti, infatti l'obiettivo di comunicare una serie di messaggi importanti, ci induce ad utilizzare toni di voce, gesti e sguardi particolari, finalizzati a catturare l'attenzione del bambino.

IL BAMBINO E I LIBRI: DA 1 A 30 MESI

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Queste brevi indicazioni possono esservi di aiuto per seguire e comprendere lo sviluppo del vostro bambino in rapporto al libro e alla lettura.
Ricordatevi che i bambini possono fare dei libri gli usi più disparati, soprattutto nei primi anni di vita, e questo è utile ed importante. Si deve inoltre tenere ben presente che i percorsi e i tempi di sviluppo sono diversi da bambino a bambino: ad esempio alcuni iniziano a camminare e a parlare prima e altri dopo. Queste indicazioni non devono quindi essere prese in maniera rigida e, soprattutto, i tempi reali possono variare rispetto a quelli indicati. Ricordate che il vostro pediatra vi potrà spiegare queste cose nel corso delle visite di controllo dei primi anni di vita e potrà chiarire gli eventuali dubbi. Le biblioteche del vostro quartiere e della vostra città vi potranno aiutare nella scelta dei libri mettendone a disposizione, gratuitamente, un'ampia scelta.
A 1 mese e anche prima Al bambino piacciono le ninne nanne. Vanno bene tutte, quelle di famiglia, anche quelle dialettali; non è male se la ninnananna è sempre la stessa prima del sonno perché i bambini amano i rituali. Le ninne nanne possono essere recitate, ma la cosa migliore è farsi vedere mentre le si legge in modo che il piccolo capisca che “nascono” dai libri.

IL LINGUAGGIO DA 1 A 3 ANNI

 
 
Dr. Maria Teresa Menegus Foniatra Generalmente tra i 12 e i 15 mesi il bambino usa le prime parole, dotate di significato, sia per denominare (parti del corpo, persone, segnali di saluto, etc.) sia per richiedere. A questa età la muscolatura della bocca è adeguatamente allenata e la comprensione è ben sviluppata (indica gli oggetti che gli vengono richiesti, esegue ordini semplici, …). Molto spesso le parole hanno un valore di vera e propria frase o possono assumere più significati se usati in contesti diversi e se vengono prodotte con differente intonazione della voce. Sebbene il bambino usi una sola parola, tuttavia possiede già la frase organizzata a livello di pensiero. In questo periodo il linguaggio verbale e quello gestuale vengono utilizzati contemporaneamente ed il gesto può sostituire o rinforzare una parola od un verbo. Quando il bambino indica il frutto e contemporaneamente dice “mela”, in realtà denomina sia con la voce che con il gesto. Così come quando dice “da” e porge le mani, in realtà chiede sia con la voce che con il gesto. Al contrario, quando parola e gesto vengono utilizzati contemporaneamente ma ciascuno con diverso significato, il bambino sta formulando una frase a due termini.

UNA RECENSIONE PREZIOSA!

Grazie a Barbara Alto per la recensione che ha pubblicato in rete 2 anni fa. “Cogli l'attimo - la poesia a scuola e oltre”, il singolare libro di Rossella Grenci, edito da La Meridiana, è molto più che una guida didattica, come il sottotitolo “giochi per esprimere e trasformare le emozioni in versi” lascerebbe intuire. Nell'universo letterario e saggistico il testo si colloca su una linea di confine e di sintesi che coglie il meglio dell’indagine tematica e la coniuga con l'estro e la fluidità letteraria, per cui la parte finale, quella delle proposte didattiche, risulta essere una conseguenza di tutto il discorso e, più ancora, un valore aggiunto.

NATO IN UN GIORNO AZZURRO: VIVERE CON LA SINDROME DI ASPERGER

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«I numeri, per me, sono come amici che incontro dappertutto. Ciascuno è unico e ha una precisa personalità. L'11 è espansivo e il 5 è rumoroso, mentre il 4 è timido e silenzioso: è il mio numero preferito, forse perché mi ricorda me stesso. Hanno una forma, un colore e si muovono. L'1 è di un bianco accecante, il 5 è un rombo di tuono, l'89 mi ricorda la neve che cade dal cielo. Alcuni sono belli e altri brutti ma ai miei occhi sono tutti speciali. Ovunque vada e qualunque cosa faccia i numeri non sono mai lontani dai miei pensieri ». Così Daniel Tammet, nel libro Nato in un giorno azzurro, descrive la sua sofisticata percezione dei caratteri matematici. La particolarità di Daniel è dovuta alla sindrome di Asperger, una forma di autismo che è stata resa famosa nel 1988 da Dustin Hoffman con il film Rain man, L'uomo della pioggia, vincitore di quattro Oscar. «Come il personaggio Raymond Babbit — spiega Tammet — anch'io ho un bisogno quasi ossessivo di ordine e di routine che si riflette in moltissimi dettagli quotidiani».