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MAMMA CLAUDIA E LA SUA CASA NELLA PRATERIA

Ecco il blog di una mamma “creativa” e la sua esperienza di insegnamento ai suoi figli secondo le idee di Rudolf Steiner e di Maria Montessori:
 
In casa abbiamo un angolo dedicato proprio alle "arti grafiche" direi, in particolare alla scrittura e al disegno.
Il tavolino a casa di Claudia
In linea con le idee di Rudolf Steiner, ho preferito non insegnare ai miei figli a leggere e a scrivere precocemente. Ma mi sono scontrata con la forte volontà di Leonardo, che ha una grandissima voglia di imparare. E per farlo non ha avuto bisogno di me. Quando mi chiedeva "come si scrive questa parola?" io gli rispondevo semplicemente di provare a pronunciarla piano piano e cercare di identificare le lettere che la componevano. Per me era un modo per non incoraggiarlo, ma evidentemente non aveva bisogno di incoraggiamenti. Ora è capace di scrivere la maggior parte delle parole che pronuncia, semplicemente in questo modo, senza che nessuno glie l'abbia insegnato. Ovviamente fa degli errori. In questo caso lo correggo, per evitare che consolidi un'abitudine sbagliata.

STEINER-MONTESSORI: LE DIFFERENZE

 
Il metodo Waldorf mira innanzitutto a nutrire l'animo dell'essere umano, in modo da renderlo libero. L'apprendimento passa in secondo piano. Rudolf Steiner attribuisce una grande importanza all'immaginazione. L'apprendimento della lettura e della scrittura viene proposto solo dopo i sette anni. Fino ad allora Steiner pensava che il bambino fosse ancora ancorato ad un'altra dimensione, quella pre-natale. I giocattoli proposti sono grezzi, rudimentali, e si prestano ad essere utilizzati in modi diversi. Lo scopo è quello di stimolare la creatività. L'arredamento è a misura di bambino. I piccoli possono spostare i mobili, arrampicarvisi e trasformarli, con la loro immaginazione, in ciò che preferiscono. I bambini seguono un ritmo (giornaliero, settimanale, annuale) regolare. Guidati dall'insegnante, trovano sicurezza nelle loro abitudini. L'insegnante ha una grande responsabilità. E' per i bambini fonte di ispirazione e modello di comportamento. E' necessario che la sua sia una vera e propria vocazione.

LA MENTE DEI BAMBINI E’ APERTA E FLESSIBILE

 
Nuova teoria Usa: superata l’idea che abbiano un cervello poco sviluppato, la loro mente è aperta e flessibile. Più neuroni rispetto agli adulti, per questo le loro facoltà sono infinite. Più intelligenti di quanto crediamo. I bambini piccoli sono così, tutt’altro che inconsapevoli. Fanno operazioni logiche, sono creativi, capiscono il mondo. Gli danno un senso, molti sensi, non escludono niente. La vita la conoscono tutta, perché per loro è tutta nuova e travolgente. I bambini, in qualche modo, sono filosofici. Bella definizione, l’ha usata una psicologa cognitiva americana, Alison Gopnik, che insegna all’Università di Berkeley in California, per il suo libro “The philosophical baby” appunto. La tesi è: i bimbi sono molti più coscienti di quanto riusciamo noi a vedere, immersi come sono nella palpitante attività dell’esistenza, quella che tedia o stressa noi. Quella vita lì, da zero a quattro anni grosso modo, non è un magma indistinto di bisogni e necessità e poi nient’altro.

L’ARTE AMICA DEI NEURONI

 
  L'importanza del disegno, arte padroneggiata da ogni civiltà umana - e che già nel Paleolitico superiore, 35mila anni fa circa, ha determinato la comparsa della scrittura, in Mesopotamia, Cina, America Centrale ed Egitto - è comprovata oggi dalle scienze cognitive come pure quella della musica. L'arte, sebbene non sia utile, non è inutile al nostro cervello e al progresso umano. Ogni opera d'arte con trame, volti, mani, espressioni dei personaggi, colori può stimolare diverse aree cerebrali.  

BAMBINI, LINGUAGGIO, LETTURA, FANTASIA E COMPUTER…

 
Stanislas Dehaene, professore al Collège di Francia e direttore del Centro di Neuro-Imaging Cognitivo, ha appena pubblicato I neuroni della lettura (Raffaello Cortina Editore), che spiega come il cervello legge a colori, e come si impara e si disimpara a farlo. "Leggere come si sa è un'invenzione del cervello, il risultato di un processo evolutivo enorme. Non è detto che anche questa perdita, se ci sarà, non sia un passaggio evolutivo.
 

INTERVISTA A TINA FESTA… LA CREATIVITA’ E OLTRE

Com'è successo che una persona come te abbia iniziato ad essere creativa? Perché?
Io non ho mai detto di essere una persona creativa! Ma dopo averlo sentito per così tanto tempo ho dovuto accettere questa cosa! Ebbene voglio diventare una persona creativa! Nel senso che ...devo ancora diventarlo! Mi sto allenando per esserlo in futuro ma condivido con gli altri le mie scoperte!

SENZA BIANCANEVE I BIMBI PARLANO TARDI

 Il rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fa il punto sul grado di alfabetizzazione nel paese. I problemi si accentuano nelle famiglie più povere ENRICO FRANCESCHINI LONDRA - C'era una volta. Ma adesso non c'è più. O, come minimo, c'è sempre di meno. I genitori hanno abbandonato o diminuito una vecchia abitudine: leggere o raccontare una favola ai figli per farli addormentare. E il risultato è che i bambini imparano a parlare sempre più tardi. Così sostiene un rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fotografa l'alfabetizzazione nel Regno Unito: il fenomeno che balza agli occhi dallo studio è infatti quello, in parte già noto, degli adulti che hanno sempre meno tempo per occuparsi della prole. Da un lato, i genitori sono sempre più affaticati; dall'altro, nuove tecnologie distraggono gli uni e gli altri, che si tratti di internet, social network come Facebook, telefonini, videogiochi. Risultato: il numero delle parole che i grandi scambiano con i piccini è in calo costante. Meno fiabe, meno dialogo, uguale apprendimento più lento: all'asilo e perfino alle elementari, in Gran Bretagna, entrano bambini di 5-6 anni con una capacità di comunicazione che sarebbe lecito aspettarsi da un bambino di un anno e mezzo, che ha appena imparato a camminare.

LA DISLESSIA E LE TEORIE SULLA CREATIVITA’

 
 
Prima che Edward Gardner, studioso dei processi creativi famoso per la teoria delle intelligenze multiple, esponesse la sua teoria sulla creatività, la maggior parte degli psicologi consideravano la creatività un tratto che gli individui possiedono in misura maggiore o minore, che poteva essere applicato a un qualsiasi contenuto e che poteva essere efficacemente misurato per mezzo di brevi test fatti con carta e matita: prontezza verbale prontezza verbale e associazioni disparate associazioni disparate hanno poco a che fare con ciò che distingue i grandi geni della creatività. Gardner asserisce che al principio di un processo creativo, per un individuo, la cosa più importante è percepire una sintonia emotiva con qualcosa, cioè la creatività scaturirebbe da un’affinità.