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DISLESSIA: BASTA LA FALSA INFORMAZIONE!

Questa è la mia risposta all'insegnante Pellegrino, personaggio noto, ahimè, da anni e che continua a scrivere disinformando l'opinione pubblica!
Qui trovate una delle tante lettere che sono state pubblicate in questi giorni.

L’ESPERIENZA DI ELENA, MAMMA LETTRICE

 
Ed ecco mamma Elena del blog L'insalata era nell'Orto, che ci racconta la sua esperienza di mamma lettrice.
 
Ho iniziato a leggere per mia figlia quando aveva poche settimane. Più che leggere all’inizio raccontavo, e stavo più che altro attenta al tono di voce, affinchè fosse il più possibile tranquillizzante. Di certo non era la trama ad interessare V. ma piuttosto quel mantra che quotidianamente accompagnava certi nostri momenti,  insomma anche situazioni banali. Ero lo sciamano che con i racconti magici creava l’atmosfera giusta per certi rituali non molto magici. Poi mi ha incoraggiata un seminario sulla fiaba organizzata da un ente locale che si occupa di animazione, attività ludiche e laboratori per bambini nella mia città...
I messaggi di quegli incontri sono stati essenziali ed interessanti:

I LIBRI SONO MAGICI…

 
Un libro è magico come tutti i libri lo sono. Ciascuno a suo modo ha un’anima speciale, piccola grande, da viaggio o da poltrona, da metrò o da letto matrimoniale, ma sempre un’anima fatta di parole e di pensieri, di descrizione di cose e di persone, quindi poetica e viva. Leggere è vivere, magari attraverso gli occhi di un altro, il Signor Autore. In questo modo si esce per un poco fuori di sé, dimenticando i problemi e gli assilli mondani per calarsi in un altrove sovente straniero e sconosciuto. E’ questo “altrove” miracolosamente calma e lenisce.

I RAGAZZI DISLESSICI E LE LINGUE STRANIERE

 Adattare l’insegnamento della lingua per la presenza di dislessici in classe non significa limitare i contenuti ma piuttosto utilizzare strategie diverse che, pur mirate al soddisfacimento delle esigenze degli studenti linguisticamente più deboli, potenziano le abilità di tutto il gruppo classe. Per procedere alla identificazione delle strategie più efficaci è necessario tenere presente che molti studenti potenzialmente dislessici non sono diagnosticati ma semplicemente etichettati come distratti, pigri o svogliati e che questo disordine si manifesta in alunni con un grado di intelligenza spesso superiore alla norma in aree diverse da quella linguistica. Va ricordato che le differenze tra una persona dislessica ed una non dislessica si manifestano principalmente nell’apprendimento dell’abilità della lettura e della scrittura e che tali differenze non sono particolarmente visibili; infine l’invisibilità del problema può essere acuita dalle caratteristiche fonologiche dell’italiano. Considerando la situazione nel nostro paese, è molto importante leggere e valutare i diversi suggerimenti dei ricercatori di altri paesi, in particolare di lingua inglese, ed adattare tali idee alle concrete e diverse necessità degli studenti che incontriamo nella realtà delle nostre classi. Ricordiamo che, ad esempio, nei paesi di lingua inglese l’incidenza di dislessici è di quasi il venti per cento della popolazione e le difficoltà che gli studenti anglofoni incontrano già nella lingua madre sono marcate.

I VANTAGGI DI INTERNET PER I BAMBINI

 
Trovo  molto interessante questa intervista ad Andrea Lupparelli, insegnante nella scuola primaria, che da anni è insegnante d’aula e tutor on-line nei Corsi PuntoEdu e counselor dei percorsi ForTic (Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle Tecnologie dell’Infromazione e della Comunicazione ).
 
Secondo la sua esperienza di insegnante, quale può essere il ruolo di internet nella vita dei bambini? In che modo possono trarre vantaggio da questo mezzo, anche a livello didattico?
La domanda potrebbe essere posta anche in questi termini: per quale ragione un insegnante dovrebbe fare a meno di utilizzare Internet quale supporto nelle attività scolastiche? Un insegnamento efficace richiede che si attui la più ampia diversificazione di strategie didattiche: in questo senso Internet viene a costituire una risorsa da cui non avrebbe senso prescindere. Non si tratta tanto della disponibilità pressoché illimitata di materiali informativi quanto della circostanza che il bambino coinvolto nella ricerca e selezione delle informazioni in Rete diviene effettivamente protagonista della propria esperienza di apprendimento. Ma le opportunità offerte da Internet a livello didattico non si esauriscono nel Web.

COME EVOLVE LA DISLESSIA IN ETA’ ADULTA

 L’orientamento che prevale oggi dice che "si nasce, vive e muore dislessici", anche se con una grande variabilità individuale nell’evoluzione del disturbo: alcuni adulti conservano una marcata dislessia, altri (definiti compensatori, il 45%) evitano di esporsi in situazioni pubbliche e utilizzano con successo strategie alternative alla lettoscrittura, altri ancora (definiti in ricerche in paesi anglofoni "recovered", il 20%), hanno recuperato ed il disturbo compare soltanto in casi di affaticamento o in situazioni in cui sono fortemente disturbati o confusi.
Sussiste, secondo la ricerca anglosassone di Littyinen del 1998, un 35% di dislessici "persistenti", che continuano a manifestare il disturbo in modo evidente.

LA DISLESSIA E LE DINAMICHE INTRAFAMILIARI

 
Qualcuno crede ancora che la dislessia possa avere origine da dinamiche relazionali intrafamiliari. Questo è assolutamente inesatto e può generare tanta confusione nei genitori che si sentono colpevolizzati da una cosa che per molto tempo, prima che la scienza potesse "entrare nel cervello" dei dislessici, è stata un pò una credenza comune.
Ma la dislessia può stravolgere tali dinamiche intrafamiliari. Si crea un circolo vizioso: le credenze svalutative dei genitori riducono nei figli la motivazione ad investire energie nei compiti scolastici.