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SENZA DIVERSITA’ NON C’E’ CIVILTA’

Genio e follia, o solo accettare la coesistenza fra le due, è quello che ha portato la civiltà a crescere. E' un argomento che mi affascina da tempo, da quando ho intuito che la dislessia era una porta aperta per vedere il mondo in modo diverso, così come la sindrome di Asperger (una forma di autismo ad alto funzionamento). Perchè ogni modo diverso di vedere e comprendere le cose porta a migliorare la società, a fare un salto di qualità dell'intera civiltà in cui i soggetti vivono. In fondo tanti personaggi famosi ritenuti dislessici sembra abbiano avuto anche la Sindrome di Asperger (vedi Einstein, Darwin e Van Gogh ad esempio).

LA DIDATTICA PER I DISLESSICI SECONDO LE LINEE GUIDA DEL MIUR (3)

Ritorno ancora a parlare di Linee Guida pubblicate dal MIUR riguardanti gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento. Purtroppo mi sto rendendo conto, nella mia pratica quotidiana come logopedista che lavora in un ente pubblico e che si occupa di valutazione, che spesso il mondo della scuola, dopo la legge 170, ha eretto un muro ancora più alto per difendersi. Ma da cosa? Dalla paura del diverso, dall'ignoranza? Stanno accadendo le cose più strane e assurde: la richiesta continua da parte delle scuole (medie e superiori) di diagnosi aggiornate (anche prima dei 3 anni previsti dalla legge), come se il disturbo dovesse scomparire magicamente o variare in tempi brevi. La richiesta di "sapere cosa fare" fatta ai genitori i quali, poverini, non sanno cosa rispondere. Senza scordare gli atteggiamenti di negazione del problema attraverso i quali gli insegnanti vanno avanti per la loro strada oppure si "rassegnano" ad avere un dislessico in classe, così come successo nella mia città, con gravi conseguenze per il benessere psicologico dei ragazzi. E' questo quello che volevamo dalla legge 170? C'è ancora tanto da fare.... Per questo continuo nella mia azione di evidenziare le parti più significative delle Linee Guida.

LA DISLESSIA COME DIFFERENZA

Sto leggendo il libro Dislessia nei giovani adulti. Strumenti compensativi e strategie per il successo, pubblicato pochi mesi fa dalla Erickson. Il libro comprende una serie di contributi sul tema della dislessia in età adulta, tratti dal Convegno AID 2010 a Reggio Emilia. Essendo il primo libro italiano a trattare tale argomento ritengo che sia un punto di riferimento utile per tutti i professionisti che si occupano di dislessia (fatta eccezione per i docenti), basandosi soprattuto sulla clinica. Fra i tanti articoli c'è però una vera chicca, quello intitolato: Neurodiversità e dislessia: strategie di compensazione o approcci diversi? di Ross Cooper, dislessico, professore universitario, che sottolinea il proprio "orgoglio dislessico", ponendo il tema della neurodiversità e della dislessia non più come deficit, ma come differenza.

COME INSEGNARE A MAMMA E PAPA’ AD AMARE I LIBRI PER BAMBINI

come-insegnare-a-mamma-e-papa-ad-amare-i-libri-per-bambini_47826 Come insegnare a mamma e papà ad amare i libri per bambini? «Se i tuoi genitori sognano di fare un bel viaggio e di andare lontano lontano su un’isola assolata… ma hanno più monetine che bigliettoni… mettigli un cappello in testa e portali in una bella libreria». «Se i tuoi genitori tremano all’idea di incontrare la parola morte in uno dei tuoi libri… spiegagli con calma che tu conosci delle storie che li aiuteranno a diventare forti, molto forti! E che uno scheletro certamente non morde!».

THE DYSLEXIC ADVANTAGE

Un libro uscito in America quest'anno: The Dyslexic Advantage di Fernette and Brock Eide. Nel libro si delineano quattro profili di maggiore forza, e fondamentalmente ognuno di questi profili riflette un modo diverso ma correlato, in cui i cervelli dislessici sono particolarmente bravi a mettere insieme grandi immagini, o guardando un contesto più ampio, o immaginando come i processi si svolgono nel corso del tempo.

I VANTAGGI DELLA DISLESSIA: JOHN IRVING

John-Irving-620x388 In onore del grande scrittore americano, Mark Twain, Google dedica oggi il Doodle in homepage. Si crede che Twain fosse dislessico perchè ebbe problemi scolastici tali da fargli abbandonare la scuola, a quel tempo privata. Per cui Mark imparò a leggere e scrivere a casa, grazie alla mamma e riuscì a farsi una cultura in biblioteca, leggendo tantissimo. Prendo spunto da questo scrittore americano per parlarvi di un altro grande scrittore dislessico vivente: John Irving.