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BAMBINI E DISABILI: RAPPORTI SENZA PAURA

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Le ricerche internazionali che sono riportate su internet, tradotte dalla lingua inglese, vanno sempre verificate. Ed è quello che ho fatto oggi in merito ad una ricerca che è apparsa in questi giorni su diversi siti italiani. Le cose stanno un pò diversamente da come è stata prospettata la notizia. Intanto io vi propongo la MIA traduzione e, quindi, la MIA notizia. La traduzione non sarà delle migliori, ma spero che il senso della notizia arrivi a voi. Una notizia che conferma che il problema siamo NOI ADULTI, sempre! Noi adulti che purtroppo abbiamo perso il contatto con il nostro IO BAMBINO!

Lo studio riguarda i bambini e i loro coetanei disabili.

DSA E COMPITI A CASA

dsa-e-compiti-a-casa-libro-70293 Da oggi parto con una serie du articoli per segnalarvi un libro al giorno. I primi libri che voglio segnalarvi sono della Erickson e, come sempre, vanno a toccare argomenti di grande interesse. Parto dall'ultimo uscito che è DSA e compiti a casa. Dell'argomento ho già scritto qui. Infatti sappiamo quanto sia delicato e complesso affiancare un bambino DSA nei compiti. Mi è capitato spesso di dover rispondere a richieste in tal senso; questo libro colma questa lacuna a livello editoriale. Di cosa parla il libro?

I BES: UN ‘SEMPLICE’ PROBLEMA EDUCATIVO

special-education-students «La riscoperta attenzione verso gli alunni con Bisogni Educativi Speciali – scrive Flavio Fogarolo – va vissuta realmente, e non solo a parole, come un’opportunità per le scuole» Con queste parole del dottore Fogarolo invito tutti i docenti ad approfondire cosa c'è dietro al dibattito sui BES leggendo il suo articolo dal titolo I BES non si certificano, pubblicato su Superando.it di cui riporto uno stralcio iniziale:

BES E DSA. UNA SCUOLA DI QUALITA’ PER TUTTI

BES_e_DSA_La_scuola_di_qualit_per_tutti I BES, questi sconosciuti! Chi sono gli alunni con Bisogni Educativi Speciali? Quelli con disturbi evolutivi specifici, alunni con svantaggio socio-culturale nonché alunni stranieri, quelli che non hanno una diagnosi specifica ma che hanno comunque una difficoltà di apprendimento. A tal proposito, vi presento un lavoro che dovrebbero leggere e mettere in pratica tutti i docenti di ogni ordine e grado: il libro delle amiche Annapaola Capuano, Francesca Storace e Luciana Ventriglia dal titolo BES e DSA: la scuola di qualità per tutti.

IMPARARE A STUDIARE

children-learning-disabilities Una cosa che viene sempre poco considerata è che a scuola nessuno ci ha insegnato come si studia. Si è dato per scontato (spesso succede ancora oggi!) che un bambino o un ragazzo debba sapere già come si fa. E' così? No, perchè imparare a studiare è un'attività a parte che dovrebbe fare appello, innanzitutto, alle modalità in cui funziona il nostro cervello riguardo ad attenzione e memoria, ad esempio. Quindi chi insegna dovrebbe avere un quadro chiaro dei diversi tipi di intelligenza presenti fra i suoi alunni, prima di far capire come studiare un certo argomento. Facile? Per niente, ma dovrebbe essere questa la base di ogni apprendimento.

COMPRENDERE I ‘DISORDINI’: NEUROPSICHIATRIA E ADOLESCENZA

Una scena della puntata del 27 ottobre di Disordini
Una scena della puntata del 27 ottobre di Disordini
Parlare di patologie psichiatriche fa paura, ma ancora di più fa paura parlarne in riferimento ai bambini e ai ragazzi. E allora qualcuno preferisce convincersi che non esistono, che sono un'invenzione della moderna medicina. Sarebbe bello, ma non è così e il programma televisivo Disordini ne è la testimonianza. Stefano Vicari, primario di neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma, ha infatti scelto le situazioni più significative affrontate nel corso della sua attività di medico specialista. Quelle esperienze vengono così proposte attraverso una docufiction in cui il dottor Vicari interpreta se stesso, ritrovandosi a riviverle come in un dejà vu: gli attori, nel ruolo dei pazienti e dei loro parenti, ricostruiranno le singole vicende dei ragazzi. Molti di questi "Disordini" potrebbero essere diagnosticati già dall'infanzia, con esiti migliori per i pazienti e le loro famiglie. Ma spesso non è così. E' qui subentra la mia esperienza diretta. Nella puntata di domenica si parlava della storia di un ragazzo con ADHD, disturbo dell' attenzione e iperattività che, nell'adolescenza diventa qualcosa di più: ansia, depressione, disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta.  Ho perso una sorella in giovanissima età per le conseguenze di questo disturbo o qualcosa di molto simile. Perchè? Perchè la Neuropsichiatria Infantile era ed è ancora un tabù. Eppure si potrebbe evitare tanta sofferenza ai ragazzi e alle loro famiglie se fossero compresi, sostenuti, curati già dalla primissima infanzia. 

RENDERE APPASSIONANTE UNA LEZIONE

school Siete dei docenti e volete rendere la vostra lezione appassionante? Volete venire incontro ai ragazzi dislessici o con difficoltà di apprendimento? Allora seguite questo consiglio (di cui ho parlato anche nella Mini Guida per i DSA che ho realizzato per la Casa Editrice Pearson):

consegnate ai ragazzi prima della lezione un foglio di domande dove ogni domanda è pensata perché la risposta sia uno dei punti chiave.

Perché domande e non un elenco di punti? Perché una domanda crea curiosità e un possibile spazio per la risposta, da ricercare nella vostra lezione. Paradossalmente poi potrebbero essere loro a stimolare, chiedendo di rispondere a tutte le domande indicate.

LIBRI DI STORIE… SENZA PAROLE

Oggi volevo segnalarvi 3 libri che hanno in comune una cosa: sono dei silent-book. Cosa sono?
 
I silent-book rappresentano non solo un’opportunità unica di giocare e divertirsi con i libri insieme ai nostri figli, ma anche uno strumento infallibile per svilupparne la fantasia, la creatività, la capacità di espressione. Essendo totalmente, o quasi, privi di testo, siamo noi o, ancor meglio, i bambini a inventare i dialoghi dei personaggi, i suoni, la storia stessa. E questa storia sarà ogni volta diversa, perché influenzata dalle emozioni del momento. E’ sufficiente dare il la con il classico “C’era una volta…”, e poi lasciare che immaginazione e fantasia facciano il resto.
 
Ma i silent-book offrono un’altra possibilità: in un mondo come il nostro, dominato dalla comunicazione multimediale, dalle urla e dai messaggi logorroici che ci bombardano di continuo e da ogni dove, i libri fatti di sole illustrazioni possono costituire un rifugio, un porto sicuro in cui rannicchiarsi e godere semplicemente della bellezza e della potenza espressiva delle immagini. Fornendo ai nostri bambini un’arma in più nella guerra della comunicazione: il silenzio. Perché è anche apprezzando il silenzio che si impara a comunicare.