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E’ uscito a marzo il libro Benvenuti a Grammaland di Massimo Birattari. Sottotitolo: come entrare nel tunnel dell’orrore della grammatica e uscirne vivi (e contenti).

I due protagonisti, i fratelli Clara e Luca, fanno i compiti con un occhio a Facebook e uno al telefonino. Spediti dai genitori per una settimana a Grammaland, un singolare parco dei divertimenti, imparano a evitare i trabocchetti della grammatica.


A Grammaland bisogna sparare agli accenti sbagliati, agganciare con gli apostrofi i carrelli dell’ottovolante, lanciare le doppie giuste (altrimenti le consonanti di troppo tornano indietro come boomerang), evitare lo squalo nella piscina della Q, farsi largo nella giungla della I e nel labirinto dei plurali, schivare particelle impazzite, sfuggire alle trappole di Congiuntivik.

Nel parco creato dal professor Furio Mangiafuoco, chi sbaglia viene catapultato in aria, precipita in una botola, rischia di sprofondare nelle sabbie mobili. “Benvenuti a Grammaland” è una grande avventura fra i trabocchetti dell’italiano. È stato scritto nella convinzione che la grammatica non è poi così difficile se la impariamo per mezzo di battute, trovate, colpi di scena. Anzi, può essere perfino divertente. Età di lettura: da 6 anni.

Benvenuti a Grammaland si fonda su un paio di idee basilari.

La prima è che le cose imparate da piccoli non si scordano più. La seconda è che è possibile insegnare la grammatica in maniera divertente; anzi, la comicità e perfino i colpi di scena di un’avventura romanzesca possono aiutare a fissare in maniera duratura nozioni e regole.

In questo libro, i ragazzini protagonisti partecipano a un campo scuola in un parco a tema molto particolare, Grammaland. Qui i tunnel dell’orrore, gli ottovolanti, i castelli magici offrono l’occasione di affrontare le insidie dell’ortografia (tra doppie, lettere a rischio, accenti e apostrofi), della morfologia (plurali complicati e verbi irregolari), della sintassi (dall’uso del congiuntivo alla punteggiatura) e del lessico (tra parole difficili e i trucchi per imparare a consultare il vocabolario).

Il risultato è un’avventura comica e irriverente (un po’ alla Roald Dahl) in fondo alla quale i lettori si accorgeranno di aver preso confidenza con l’italiano. Senza fatica, anzi ridendo parecchio.

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