“La passione nasce dalla terra stessa tra le mani infangate dei più piccoli, viaggia lungo maniche sporche di erba e arriva diritta al cuore.”
Questa frase è tratta dal libro di uno dei più apprezzati educatori americani esperto di psicopedagogia infantile, Richard Louv, autore del libro L’ultimo bambino nei boschi. I bambini di oggi hanno sempre meno possibilità di vivere e giocare a contatto con la natura e Louv chiama questo Nature-deficit disorder, cioè la sindrome da mancanza di contatto con la natura.
Circondati solo da telefonini e videogiochi, ore e ore passate in ambienti chiusi, i nostri bambini vivono un vero e proprio disagio. E’ necessario recuperare il contatto con la natura nei suoi elementi fondamentali terra, acqua, fuoco e aria.
Approfittiamo della bella stagione per passare più tempo insieme ai nostri figli a contatto con la natura.
Lunghe passeggiate sui prati, in riva ad un fiume o al mare. E poi piantiamo un orto, o anche solo qualche piantina di cui prendersi cura sul balcone! Curarle insieme agli adulti, genitori e nonni, significa sentirsi parte di un progetto, che dà ai ragazzi una funzione reale nella vita familiare, nel gruppo di appartenenza, un progetto concreto, tangibile che dia loro un ruolo attivo sin da piccoli.
Ci sono studi che hanno dimostrato che molte sindromi da deficit di attenzione hanno la loro origine in questa mancanza, nella mancanza del contatto con la natura.
Un bambino a spasso nella natura, attratto da un albero, un insetto, un fiore o un masso sulla spiaggia sarà un bambino che impara a leggere con attenzione nel grande libro della natura e sarà un bambino abituato a concentrarsi anche su una lezione a scuola!
Un gioco interessante è quello di cercare semi di piante, frutti, raccoglierli, disegnarli, classificarli. Per i più piccini si può creare un barattolo delle meraviglie, dove ad ogni passeggiata possano mettere tutto quello che raccolgono e, una volta a casa, creare collage su fogli di cartoncino.