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EDUCARE NON E’ AMMAESTRARE!

  Nel blog Potatoes' Mum troviamo un'altra mamma alle prese  con l'educazione dei propri figli e con la convinzione che la scuola non funzioni. Vi riporto una parte del brano sull' Homeschooling che Potatoes' Mum ha tradotto, tratto da Teach Your Own di John Holt e Pat Farenga: “La scuola è un posto dove i bambini imparano ad essere stupidi”. Vedevo che era così, ma non capivo perché. (…) Era paura, noia, e la confusione di dover continuamente maneggiare parole e simboli senza significato. Mi rendo conto ora che si trattava di questo, ma più che altro, del fatto che altri avessero preso il controllo delle loro menti. Erano stati educati, nel senso che erano stati ammaestrati come animali da circo, a fare giochi di prestigio a richiesta, e questo li aveva resi stupidi (perlomeno a scuola).

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CIRCOLARE SUI DSA DEL PROVVEDITORATO DI REGGIO EMILIA: UN BUON ESEMPIO PER LE SCUOLE

Trovo che quello che ha scritto il Provveditorato agli studi di Reggio Emilia a marzo del 2009 sia davvero illuminante. Sono riflessioni pratiche e piene di buon senso nei confronti degli studenti con DSA. Consiglio di leggerlo e di farlo leggere... Ne riporto una parte, il resto potete leggerlo qui. Non è compito della scuola entrare nel dibattito sulla specifica natura dei DSA ma si deve prendere atto del fatto che si va stabilizzando un preciso consenso internazionale intorno alla convinzione che i DSA abbiano una base neurobiologica, sia pure non ancora completamente e definitivamente individuata (in ambito italiano vale ricordare il Documento conclusivo della Consensus Conference dalle diverse professionalità mediche e psicologiche in ordine ai DSA).

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BEBA RESTELLI E IL GIOCO DI ALFA E BETA

  Ho trovato in libreria un libro fantastico che ancora non ho letto: mi è bastato sfogliarlo per capirne i contenuti (anche perchè è ricchissimo di immagini!). Il libro di Beba Restelli, allieva di Bruno Munarisi intitola :Il gioco di Alfa e Beta, ed è il frutto di venticinque anni di esperienza e di scoperte dell'autrice. La scrittura è vista come fonte di piacere, non solo come strumento prezioso di cultura e di conoscenza del mondo: è bella da vedere, perfino quando incomprensibile. Bruno Munari giocava con la scrittura, come la intendeva il poeta tedesco Novalis per cui “giocare vuol dire fare esperimenti con il caso”. L’artista inventa una scrittura, anzi pensa a un popolo di cui non conosciamo l’esistenza, ma di cui ci è pervenuta la scrittura ed ecco le Scritture illeggibili di popoli sconosciuti.

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