Nel normale sviluppo del bambino c'è una fase detta del Gioco Simbolico. E' molto importante conoscerla perchè, laddove non avviene per tempo, è utile stimolarla.
Il gioco simbolico appare attorno ai 12/15 mesi di vita e si sviluppa nell'arco di tutta la prima infanzia, fino a 6 anni.
Una carrellata di immagini su Picture Book, una directory che raccoglie i più famosi illustratori di libri per bambini da tutto il mondo.
Tratto dal libro: La meditazione nel percorso educativo.
Educare non è soltanto portare il bambino al rispetto dell’altro e fargli acquisire conoscenze e competenze. Educare è prioritariamente portarlo al centro di sé, è farlo emergere a tutto campo mettendolo a contatto non soltanto con la sfera intellettiva ma anche con quella corporea, emotiva e spirituale.
Carl Honorè ha scritto due libri, entrambi tradotti in decine di lingue: ...E vinse la Tartaruga e Genitori slow. Entrambi sono una riflessione su uno stile di vita più umano, più vero.
Un'interessante intervista all'autore è apparse sulla rivista francese Silence, qualche mese fa, dedicando un numero dedicato a L'éducation lente. Il sottotitolo del libro in italiano è: Educare senza stress con la filosofia della lentezza.
Ne riporto il pezzo finale che mi è piaciuto particolarmente. L'intervista intera la trovate qui.
Tararì tararera di Emanuela Bussolati, è un divertentissimo libro per bambini da 0 a 6 anni. Premiato come Miglior Libro 0/6 anni all’interno del Premio Andersen.
È scritto, per l’appunto, in una lingua inventata, nata dal lungo ascolto dell’universo dei bambini. Ecco un modo per coinvolgere con una voce narrante partecipe e allegra, un modo diverso di far amare i libri ai bambini piccoli.
Come ci spiega l'autrice nel Blog Terre di mezzo:
Mi sono resa conto in questi anni che la tecnica di lettura toglie spesso all'apprendista lettore il gusto di leggere. E su questo ormai si è discusso parecchio. Come sulla necessità di dare libri ai bambini ancora in età precoce.
Guardate questo originalissimo video fatto da un giovane dislessico: a modo suo ci spiega come si è sentito a scuola e il rapporto con i suoi compagni, la voglia di dimostrare la sua intelligenza e il saper fare oltre il saper leggere e scrivere.