Un gruppo di ragazzi, tutti sotto i trenta anni, sordi, si sono incontrati grazie a Radio Kaos ItaLis, ed è nata un’idea che potrebbe sembrare paradossale: creare un progetto radiofonico per promuovere l’integrazione tra sordi e udenti. E ci siamo riusciti, dimostrando a noi stessi che le barriere all’integrazione possono essere superate. Purtroppo però c’è un muro che non riusciamo ad abbattere: la nostra lingua, la Lingua dei Segni italiana (LIS), non è riconosciuta ufficialmente nel nostro Paese.
Ognuno la legga come vuole, ma per me è chiaro che anche l'ultima ricerca sul cervello umano riguardo alla matematica, condotta dal neurologo Josef Parvizi dell’università americana di Stanford, mostra che il nostro cervello non nasce per riconoscere i numerali, così come non nasce per riconoscere le parole, come spiegava già Marianne Wolf nel suo libro Proust e il Calamaro.
Questa scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio la dislessia per i numeri e l’incapacità di elaborare le informazioni numeriche (discalculia). E’ il primo studio in assoluto a mostrare l’esistenza di un gruppo di cellule nervose nel cervello umano che si specializza nell’elaborazione dei numeri.
Per l'articolo odierno ringrazio Laura di Gentle Way per avermi segnalato ciò che ha scritto nel suo blog e per l'interesse che mostra verso argomenti riguardanti l'infanzia.
In questo caso nel suo articolo parla di un'interessante ricerca effettuata negli Stati Uniti che ha come protagonista uno "strumento" chiamato "CHILDREN'S CRETAN INTUIPATH", un doppio labirinto disegnato in modo da essere percorso con entrambe le mani contemporaneamente, muovendosi in opposte direzioni. Credo che ci sia qualcosa in comune anche con uno degli esercizi del Brain Gym® (il Direttore d'orchestra), in cui si fanno muovere le due mani nello spazio come per seguire appunto due spirali a destra e sinistra.
Leggiamo cosa scrive Laura:
Imparare a leggere e scrivere dovrebbe essere un gioco fatto di suoni e di forme da pronunciare, riconoscere e tracciare. E' davvero impossibile insegnare ad un bambino di 5-6 anni a farlo in questo modo? Direi di no e noi logopedisti lo sappiamo, come lo dovrebbe sapere anche un bravo insegnante che ha come finalità…
Dopo la ricerca del team padovano del professor Facoetti sui problemi di attenzione visiva dei bambini dislessici, si aggiunge un nuovo tassello: i videogiochi di azione sono utili per migliorare la loro lettura. E' una notizia che ha fatto il giro del web nello scorso mese. Vediamola nel dettaglio.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology. "I videogiochi d'azione migliorano molti aspetti dell’attenzione visiva e favoriscono l'estrazione di informazioni dall'ambiente", sottolinea Andrea Facoetti dell'Università degli Studi di Padova e consulente all’Istituto Scientifico “E. Medea”.
Il modo di apprendere sta cambiando e lo sappiamo tutti. Non sempre però si sa come utilizzare le nuove tecnologie a favore dell'apprendimento. Molte le paure che i così detti Nativi Digitali "possano friggersi il cervello", così come è stato scritto qui due mesi fa.
Io credo profondamente che la tecnologia dovrebbe…