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LA SCUOLA STEINERIANA

  Steiner individua principalmente tre fasi, corrispondenti ai primi tre settenni, in cui di vitale importanza è l'azione educativa della famiglia e della scuola. Nel primo settennio, il bambino conquista tre principali facoltà: la posizione eretta e la capacità di camminare, l'uso della parola, la possibilità di dire "io" a se stesso: si impadronisce delle sue…

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STEINER-MONTESSORI: LE DIFFERENZE

 
Il metodo Waldorf mira innanzitutto a nutrire l'animo dell'essere umano, in modo da renderlo libero. L'apprendimento passa in secondo piano. Rudolf Steiner attribuisce una grande importanza all'immaginazione. L'apprendimento della lettura e della scrittura viene proposto solo dopo i sette anni. Fino ad allora Steiner pensava che il bambino fosse ancora ancorato ad un'altra dimensione, quella pre-natale. I giocattoli proposti sono grezzi, rudimentali, e si prestano ad essere utilizzati in modi diversi. Lo scopo è quello di stimolare la creatività. L'arredamento è a misura di bambino. I piccoli possono spostare i mobili, arrampicarvisi e trasformarli, con la loro immaginazione, in ciò che preferiscono. I bambini seguono un ritmo (giornaliero, settimanale, annuale) regolare. Guidati dall'insegnante, trovano sicurezza nelle loro abitudini. L'insegnante ha una grande responsabilità. E' per i bambini fonte di ispirazione e modello di comportamento. E' necessario che la sua sia una vera e propria vocazione.

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DISLESSIA E QUALITA’ DELLA VITA

  ...La dislessia è una difficoltà che, come tante altre difficoltà, non solo può essere affrontata in modo efficace (con esiti molto positivi in termini di “qualità della vita”), ma può diventare un'occasione di cambiamento e di crecita personale positiva...(dalla Presentazione del dott. Ciro Ruggerini).   Alcuni studiosi hanno mostrato una scarsa immagine di…

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LA MENTE DEI BAMBINI E’ APERTA E FLESSIBILE

 
Nuova teoria Usa: superata l’idea che abbiano un cervello poco sviluppato, la loro mente è aperta e flessibile. Più neuroni rispetto agli adulti, per questo le loro facoltà sono infinite. Più intelligenti di quanto crediamo. I bambini piccoli sono così, tutt’altro che inconsapevoli. Fanno operazioni logiche, sono creativi, capiscono il mondo. Gli danno un senso, molti sensi, non escludono niente. La vita la conoscono tutta, perché per loro è tutta nuova e travolgente. I bambini, in qualche modo, sono filosofici. Bella definizione, l’ha usata una psicologa cognitiva americana, Alison Gopnik, che insegna all’Università di Berkeley in California, per il suo libro “The philosophical baby” appunto. La tesi è: i bimbi sono molti più coscienti di quanto riusciamo noi a vedere, immersi come sono nella palpitante attività dell’esistenza, quella che tedia o stressa noi. Quella vita lì, da zero a quattro anni grosso modo, non è un magma indistinto di bisogni e necessità e poi nient’altro.

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L’ARTE AMICA DEI NEURONI

 
  L'importanza del disegno, arte padroneggiata da ogni civiltà umana - e che già nel Paleolitico superiore, 35mila anni fa circa, ha determinato la comparsa della scrittura, in Mesopotamia, Cina, America Centrale ed Egitto - è comprovata oggi dalle scienze cognitive come pure quella della musica. L'arte, sebbene non sia utile, non è inutile al nostro cervello e al progresso umano. Ogni opera d'arte con trame, volti, mani, espressioni dei personaggi, colori può stimolare diverse aree cerebrali.  

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