Strategie didattiche per gli studenti dislessici in tutti i gradi di scuola
(testo tradotto da “Accommodating students with dyslexia in all classroom settings” International Dyslexia Association (IDA)
Insegnare a studenti con dislessia all’interno dei vari gradi e ordini scolastici è una sfida. Sia gli insegnanti di educazione generale che quelli di educazione speciale cercano adattamenti che incoraggino l’apprendimento e la gestione di una classe di alunni con stili di apprendimento eterogenei. E’ importante indentificare quegli adattamenti che sia ragionevole richiedere agli insegnanti in ogni ambiente scolastico. Le seguenti modalità di adattamento sembrano ragionevoli e danno una cornice di riferimento per aiutare gli studenti con problemi di apprendimento a raggiungere obiettivi importanti sia nelle classi di educazione generale che specifica. Tali modalità di adattamento comprendono uso di materiali, strategie didattiche interattive e tengono conto le performance dello studente.
Steve Jobs, è il padre dell' iPod, iPhone e iPad. Non è roba da poco quello che ha fatto dal 1976 ad oggi!
Il suo nome per esteso è Steven Paul Jobs ed è nato nel febbraio del 1955. Steve è stato adottato poco dopo la nascita da Paul e Clara Jobs. Paul Jobs…
Un meraviglioso brano sull'esperienza personale del leggere da bambino, tratto dal libro di Elias Canetti La lingua salvata:
Andavo già a scuola da qualche mese, quando accadde una cosa solenne ed eccitante che determinò tutta la mia successiva esistenza. Mio padre mi portò un libro. Mi accompagnò da solo nella stanza sul retro dove dormivamo noi bambini e me lo spiegò. Era The Arabian Nights, Le Mille e una notte in un'edizione adatta alla mia età. Sulla copertina c'era un'illustrazione a colori, se non sbaglio di Aladino con la lampada meravigliosa. Il papà mi parlò in tono molto serio e incoraggiante e mi disse quanto sarebbe stato bello leggere quel libro. Lui stesso mi lesse ad alta voce una storia: altrettanto belle sarebbero state tutte le altre. Dovevo cercare di leggerle da solo e poi la sera raccontargliele. Quando avessi finito quel libro, me ne avrebbe portato un altro. Non me lo feci ripetere due volte e sebbene a scuola avessi appena finito di imparare a leggere, mi gettai subito su quel libro meraviglioso e ogni sera avevo qualcosa da raccontargli. Lui mantenne la promessa, ogni volta c'era un libro nuovo, così che non ho mai dovuto interrompere, neppure per un solo giorno, le mie letture.
La balbuzie è un disturbo della comunicazione che colpisce la fascia d'eta' adulta nell'ordine dell'1% in ogni cultura e società. Ognuno di noi, pertanto, nell'arco della sua vita, ha incontrato almeno una persona che balbetta. Ma... Come comportarsi? NORMALMENTE!
Ovvero dovremmo usare delle buone prassi e comunicare in maniera efficace, come sarebbe auspicabile, d'altro canto, fare sempre. Innanzitutto ricordiamo che, chi balbetta, ha bisogno di piu' tempo per riuscire a dire ciò che desidera, pertanto non interrompiamolo con domande pressanti ed evitiamo atteggiamenti impazienti. Uno degli errori più comuni è suggerire le parole e terminare le frasi al posto loro. Non è detto che ciò che immaginiamo vogliano esprimere sia esattamente ciò che hanno in mente ed è un comportamento che causa nervosismo nel nostro interlocutore, alimentando il disagio come in un circolo vizioso.
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In un altro post avevo riportato alcuni consigli per fare delle belle foto, come riportato dall'amica web Claudia.
Oggi riposto altri consigli, stavolta presi da Pianeta Mamma:
Ecco alcuni semplici trucchetti per fotografare al meglio i nostri bambini.