Se c’è una cosa che mi innervosisce è quando i genitori dei bambini che hanno problemi di linguaggio o di apprendimento mi riferiscono che secondo loro (o i pediatri, o ancora le maestre) i loro figli sono “soltanto” pigri!!!
E’ per questo che una delle 100 parole chiave del mio libro La dislessia dalla A alla Z l’ho dedicata alla PRIGRIZIA.
Accusare una persona di essere “pigra” significa condannarla. Qualsiasi bambino sarebbe felice di riuscire a fare i compiti a casa e venire lodato per i risultati ottenuti, e qualsiasi adulto ambisce ad avere un rendimento di stipendio o una promozione. Ciò fa parte della naturale ricerca di approvazione e di gratificazione ed è un impulso fondamentale. Perciò quando una persona rende poco non bisognerebbe rimproverarla e accusarla, ma chiedersi piuttosto che cosa ne intralcia il rendimento, che cosa ostacola la sua naturale inclinazione a produrre (tratto dal libro I bambini non sono pigri. Come stimolare la voglia di studiare di Mel Levine).
Dall’introduzione al libro di Mel Levine:
Tutte le volte che genitori e insegnanti attribuiscono sbrigativamente alla pigrizia lo scarso impegno e la demotivazione dei bambini, commettono una piccola ingiustizia. Un torto che nel corso della vita può avere conseguenze anche molto gravi. Quello che spesso, con un tono di rimprovero, chiamiamo “pigrizia” è in realtà uno stato psicofisico che ha sempre delle ragioni accertabili.
Mel Levine, uno dei massimi esperti mondiali dei problemi dell’apprendimento, individua otto cause di scarso rendimento, e le illustra una per una con il racconto di un caso esemplare.
Che fare una volta individuata l’origine del problema? Il passo successivo, come mostra Levine, è stabilire alcune modalità di intervento, in grado di esaltare i punti di forza della personalità di ciascuno e spingerlo così ad affrontare ogni ostacolo con l’energia ritrovata dell’ottimismo.
La pigrizia non è un male incurabile. Come insegna questo libro, semplicemente non esiste. Esistono piuttosto tecniche e strategie per valorizzare e potenziare tutti quegli aspetti che consentono ai presunti pigri di sfruttare al meglio conoscenze, abilità e doti peculiari. Facendo di ogni bambino l’eroe di uno sforzo produttivo e felice.
2 Comments
eleonora
Come mi trovano d’accordo queste affermazioni!E’ verissimo che molto spesso i bambini vengono tacciati di essere pigri e non lo sono,ma la cosa che a me fa rabbia è che sono gli insegnanti ad affermare ciò,quando come educatori dovrebbero accorgersi prima di ogni altro e soprattutto a scuola dele difficoltà dei propri alunni o cercare il modo giusto per stimolare le loro capacità.Etichettandoli in una categoria si parcheggia il bambino ,mettendosi la coscienza a posto e lasciando l’eventuale soluzione ad altri,non è professionale nè di aiuto per i ragazzi stessi,bisognerebbe soffermarsi un pò di più sui segnali che ci inviano(e sono tanti)per poterli aiutare a vivere il loro percorso scolastico con maggiore interesse evidenziando le capacità sopite e non sfruttate!
rossellagrenci
Bisognerebbe essere in grado di leggere ogni segnale di disagio del bambino ed essergli vicino…