Ed ecco mamma Elena del blog L’insalata era nell’Orto, che ci racconta la sua esperienza di mamma lettrice.
Ho iniziato a leggere per mia figlia quando aveva poche settimane. Più che leggere all’inizio raccontavo, e stavo più che altro attenta al tono di voce, affinchè fosse il più possibile tranquillizzante. Di certo non era la trama ad interessare V. ma piuttosto quel mantra che quotidianamente accompagnava certi nostri momenti, insomma anche situazioni banali. Ero lo sciamano che con i racconti magici creava l’atmosfera giusta per certi rituali non molto magici. Poi mi ha incoraggiata un seminario sulla fiaba organizzata da un ente locale che si occupa di animazione, attività ludiche e laboratori per bambini nella mia città…
I messaggi di quegli incontri sono stati essenziali ed interessanti:
– Conta tantissimo l’intonazione e l’espressione con cui si legge o si racconta, perché si crea un’atmosfera magica anche se il bambino non capisce che cosa gli si sta raccontando. Questo è un elemento fondamentale che condiziona tantissimo da quando il bambino è nella culla a quando andrà a scuola. E’ come un interruttore: inizia la voce del racconto quindi sta iniziando un momento speciale. So che in alcune città, non nella mia, Nati per Leggere organizza corsi di lettura espressiva per le mamme.
– Vi sono alcune storie, la mia preferita e più adatta all’esempio è Riccioli d’Oro e i Tre Orsi, nelle quali l’intonazione e persino la mimica di chi racconta sono molto più importanti dell’intreccio: di fatto questa bambina passa davanti ad una casa, entra, mangiucchia, rompe una sedia, si addormenta, e fugge via…e non è un granchè come avventura. Però l’ascoltatore rimane ipnotizzato dal ripetersi delle stesse espressioni durante tutto il racconto: tutto è grosso grosso, o grosso la metà, o piccolino, dalle voci, alle tazze…
– Ho accennato alla mimica, perché quando si entra in una storia con la propria fantasia, la porta che cigola è lì di fianco a noi. Così se mentre diciamo “E poi Biancaneve andò a vedere cosa c’era nell’altra stanza”, basta che ci giriamo a guardare la porta e anche nostro figlio si girerà, come se la camera dei sette nani fosse in casa nostra. Basta poco, no?
Nel suo blog troverete i suoi preziosi consigli.