LETTERA DEL COMPAGNO DI BANCO DI DARIO
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Oggi pubblichiamo, con grande piacere, la lettera che un ragazzo di quindici anni, compagno di banco di un dislessico, ha inviato al Ministro dell’Istruzione in merito all’iniziativa nazionale di “Lettera al Ministero”, iniziativa di cui si parla ampiamente anche sul nostro sito.
E’ una lettera davvero tenera che narra soprattutto di una grande amicizia.
Mi chiamo Umberto, ho 15anni,frequento il V ginnasio e sono compagno di banco di Dario, un ragazzo dislessico.
La mia esperienza comincia quando Dario decide di confidarsi e raccontarmi le sue difficoltà.
Che cos’era la dislessia,io non lo sapevo fino a quel momento.
Dario non è solo il mio compagno di banco,ma anche il mio migliore amico e credo che sia uno dei ragazzi più intelligenti che io conosca.
Il liceo classico è un indirizzo scolastico abbastanza impegnativo, il percorso da seguire è duro, le materie erano a noi ragazzi sconosciute, infatti, l’approccio in certi casi è stato piuttosto traumatico.
Io stesso ho riscontrato degli ostacoli durante l’anno.
Sin dai primi giorni di scuola, notavo che Dario aveva delle difficoltà nel seguire la lezione e in alcuni momenti mi sembrava piuttosto stanco; direi privo di energie.
Quando l’insegnante scriveva alla lavagna l’assegno Dario non riusciva a copiarlo correttamente e spesso tornati a casa mi telefonava per avere ulteriori informazioni.
Dario studiava tanto, ci confrontavamo spesso ma nonostante il suo impegno, durante le prove scritte e le interrogazioni, le sue difficoltà venivano fuori.
Io facevo fatica a capire cosa avesse e perché un ragazzo così intelligente si faceva prendere spesso da un’ansia che non sempre trovava giustificazioni.
I professori non lo mettevano a proprio agio, anzi direi il contrario; c’era un approccio sbagliato.
Un giorno ne ho parlato anche con mia madre perché non riuscivo a darmi una spiegazione, mi facevo mille domande senza risposte.
Dario finalmente mi parlò, mi disse di essere dislessico e mi spiego che agli insegnanti lo aveva comunicato. Ma allora perché non aveva ricevuto alcun supporto? “C’è disinformazione” mi disse Dario.
Io ora mi domando, perché è così difficile prendere coscienza di cosa accade ad un dislessico?
Perché la scuola non sostiene le difficoltà di apprendimento di questi ragazzi?
In una società come la nostra, noi giovani dovremmo avere a disposizione quei mezzi adatti a superare determinati ostacoli.
Illustrissimo Ministro, confido nella sua disponibilità nell’affrontare il tema Dislessia, in attesa di una sua risposta, le porgo i miei più sinceri saluti.
Umberto