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AUTISMO: UN DIVERSO MODO DI ESSERE

MamaBear


Pubblichiamo i punti principali del programma di Aspie For Freedom, il movimento di liberazione degli autistici. L’AFF ha scelto il simbolo dell’infinito per indicare l’autismo e rifiuta il puzzle, l’altro simbolo comunemente usato, perché favorisce l’idea che gli autistici siano in qualche modo “mancanti”.


Prevenire l’eliminazione eugenica degli autistici.
Poiché l’autismo è genetico e l’opinione diffusa è che sia una tragedia, la disponibilità di un test prenatale porterebbe a una decimazione della popolazione autistica e a una scomparsa della sua cultura, come già sta avvenendo per la Sindrome di Down. La maggior parte delle raccolte-fondi per l’autismo supportano la ricerca genetica; se invece questi fondi fossero destinati al miglioramento dei servizi per gli autistici, aumenterebbero le possibilità per questi di condurre una vita migliore. Pertanto, AFF si schiera contro il finanziamento della ricerca che condurrebbe all’elaborazione del test prenatale.

Opporsi ai trattamenti fisicamente o mentalmente dannosi.
Tra le forme diffuse di trattamento non etico dell’autismo vi sono terapie comportamentali restrittive, come la somministrazione di dolore fisico, la negazione del cibo e il deliberato sovraccarico sensoriale. Sono in uso anche terapie basate su teorie discreditate o su credenze religiose, come l’esorcismo, o ancora quelle che si direbbero torture se non fossero applicate ai bambini autistici (come l’elettroshock). Bisogna quindi valutare i trattamenti anche dal punto di vista etico. Esistono varie terapie benefiche per gli autistici, ad esempio quelle fondate sul dialogo e l’integrazione sensoriale. Bisogna poi incrementare i servizi di sostegno: servizi specifici, sia medici sia di supporto per l’impiego. Come pure la diffusione di apposite case per gli autistici.

Non enfatizzare le differenze tra le categorie di autismo.
Per classificare le varie forme di autismo esistono troppe etichette: autismo high functioning, low functioning, sindrome di Asperger e così via. Le differenze tra queste varianti sono a volte minime e spesso prendono in considerazione solo lo sviluppo infantile dell’autismo, non quello dell’adulto. I servizi di sostegno agli autistici sono di frequente assegnati in base a tali classificazioni, quando invece sarebbe più opportuno guardare ai bisogni di ogni singolo individuo; la generalizzazione all’interno di ogni gruppo è controproducente.

Opporsi all’idea della cura dell’autismo.
È opinione diffusa che un soggetto autistico sia, in realtà, una persona normale rinchiusa dentro una sorta di “trappola” dalla quale può essere liberato, separato. Tuttavia, essere autistici influisce su ogni aspetto della persona: condiziona gli interessi, il sistema etico, la visione del mondo e in generale il modo in cui si vive. L’autismo è parte di chi si è. “Curare” qualcuno dall’autismo significherebbe distruggere la sua identità e rimpiazzarla con un’altra. Il finanziamento della ricerca per la cura dell’autismo è improbabile che produca risultati; i soldi perciò andrebbero meglio spesi per l’assistenza piuttosto che per la ricerca. Inoltre, inculcare ai bambini l’idea che essi siano “frammentati” e che debbano essere “rilegati” produce conseguenze a lungo termine sulla loro salute mentale.

Opporsi alle campagne di pubblicità negativa.
Attualmente le raccolte-fondi per l’autismo fanno leva su campagne pietistiche diffuse che dipingono l’autismo come una malattia “peggiore del cancro”, un’epidemia che bisogna fermare. Solitamente in queste campagne vengono mostrate nient’altro che sequenze di bambini (presumibilmente) autistici durante accessi di collera e successivamente di genitori che si lamentano delle loro vite. È raro vedere immagini di bambini (e ancor più raro di adulti) autistici impegnati in normali attività. C’è chi vede gli autistici come gente “senza anima” o “incapace di amare”. Tale visione dell’autismo è estremamente dannosa e giustificata dallo scopo di raccogliere fondi. Essa incrementa nei fatti la discriminazione nel mondo del lavoro e l’isolamento sociale e induce certi genitori a smettere di aiutare il proprio figlio per sostenere una falsa speranza di guarigione. Queste campagne si basano su stereotipi, pregiudizi, errate rappresentazioni che devono essere cambiate.

Promuovere un’immagine positiva dell’autismo.
Questo scopo viene perseguito mostrando ciò che attualmente viene svolto dagli autistici ed enfatizzando le storie positive. Gli autistici sono un gruppo diverso dagli altri e tale diversità è una parte preziosa della varietà umana. Sebbene molti autistici abbiano raggiunto grandi successi nel campo dell’arte, delle scienze, della scrittura, non tutti gli autistici sono dei geni, come spesso si è abituati a pensare, visto che solo a loro è data visibilità e considerazione. Un’altra visione estrema ascrive qualità mistiche a certi soggetti autistici, con l’effetto di deumanizzarli. Ma gli autistici sono dappertutto e non sempre manifestano atteggiamenti patologici. L’autismo non è né una tragedia né il rovescio della medaglia della genialità.
http://www.diogenemagazine.eu/home/index.php?option=com_content&view=article&id=42:aspie-for-freedom&catid=14:psicologia&Itemid=53

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