La didattica a distanza in Italia è, purtroppo, in una fase del tutto iniziale, perché non c’è mai stato un investimento da parte della scuola verso questa forma di didattica, che attualmente è in fase sperimentale, fatta qualche eccezione.
Questa premessa per dire che in questo preciso momento storico la scuola sta scontando questo ritardo.
Ecco perché parlare di didattica a distanza e DSA è un argomento ancora più delicato!
In linea teorica e, si spera, pratica, ci sono degli aspetti di cui si dovrà tenere conto. Partiamo dal presupposto, un po’ utopistico, del Ministero che nella Nota 388 del 17 marzo afferma che i ragazzi con DSA hanno “dimestichezza” con la tecnologia. Purtroppo questo non è sempre vero e, spesso, la responsabilità ce l’ha proprio la scuola.
Le misure che favoriscano gli studenti con DSA dovrebbero tenere conto di 3 punti:
- ORGANIZZARE
Significa offrire esperienze unitarie, cioè spazi online (piattaforme) in cui il ragazzo possa reperire senza difficoltà le attività svolte, per esempio le lezioni andrebbero videoregistrate, in modo da poter essere riascoltate, e tutto il materiale andrebbe “depositato” in un archivio di facile accesso in modo che possa reperirlo facilmente e riguardarlo.
- PERSONALIZZARE
L’uso degli strumenti che il ragazzo usava già (mappe, sintesi vocale), deve poter essere utilizzato online. Il ragazzo deve avere il tempo di poter utilizzare questi strumenti, semmai da casa, dopo la lezione, quindi gli insegnanti dovrebbero prestare molta attenzione al materiale che inviano.
Ad esempio:
- evitare schede in PDF protette, in modo che lo studente possa aprirle per utilizzarle con i programmi più adatti a lui!
- Inviare letture per la comprensione del testo in PDF (e non come immagini) così da poter essere letto con la sintesi vocale.
- mappa della video-lezione viene offerta dall’insegnante.
In questo momento la parola chiave per gli studenti con DSA è: SEMPLIFICARE, che significa massima concretezza in tutto ciò che viene proposto online.